Note di regia di "Corro da te"
“Corro da te” credo sia soprattutto una storia d’amore. Una commedia romantica e divertente che incontra la durezza della disabilità. Un film che racconta la civiltà del nostro tempo, che purtroppo spesso si esprime attraverso un modello di società che seleziona e coltiva la bellezza fisica, aspirando ad una comunità in cui sono tutti belli e tutti in salute. E quando salute e bellezza vengono meno si rimane fuori. Una civiltà, quindi, che seleziona, ma nella quale continuo a pensare che, in fondo ad ognuno di noi, anche nella persona peggiore, quella che ci sembra la meno sensibile e irrecuperabile, esiste ancora una scintilla di umanità, di sensibilità, che l’occasione giusta può far riemergere e rifiorire. Ed è esattamente il percorso, contrastato e sincero, che il personaggio di Pierfrancesco Favino compie durante l’arco della storia. Un percorso difficile fatto di mille sfumature, di durezze e divertimento, di sincerità e di ironia, messo davanti al muro della realtà dal personaggio interpretato da Miriam Leone. Già dopo i primissimi giorni di riprese c’era sul set una sensazione di grande complicità. E questo credo sia avvenuto anche per il tipo di storia e di temi che andavamo a raccontare e a mettere in scena. Ma è stata determinante la presenza costante delle associazioni, delle federazioni sportive per disabili, e di tutte le persone disabili che ci hanno aiutato e partecipato direttamente, sia nella preparazione del film che durante le riprese. Siamo arrivati così alla fine di questa lavorazione con un ultimo giorno mancante girato a distanza di molti mesi, dopo il primo lockdown nazionale, con un collante speciale a tenerci uniti. E con la sensazione di una piccola comunità che si era formata e aspettava il momento per potersi rivedere. Con la sottile felicità per essere stati tra i primi a ricominciare a lavorare dopo mesi di isolamento. “Corro Da Te” mi ha dato l’opportunità di lavorare con un cast in gran parte per me inedito a cominciare dai protagonisti, Pierfrancesco Favino e Miriam Leone, una coppia strutturatasi su un affascinante alchimia, credo e spero destinata a ricostituirsi. E poi da Vanessa Scalera a Pilar Fogliati, da Pietro Sermonti ad Andrea Pennacchi e Carlo De Ruggeri. Un cast per me nuovo e credo anche inedito e interessante per composizione. Ad equilibrare le novità, peraltro, ci sono stati Michele Placido, uno degli attori con cui ho lavorato di più e quel gigante dalla voce gentile che è e rimarrà sempre la grande, e per me cara amica, Piera Degli Esposti.
Riccardo Milani