Note di regia di "Volevo Fare la Rockstar - Seconda Stagione"
Per poter descrivere l’esperienza di aver diretto la seconda stagione di Volevo fare la rockstar è necessario partire da una premessa. Raccontare questa storia è stata una scommessa: perché partivamo da un raccont o di vita vera, un blog scritto da una mamma single con tre figlie ed era quindi fondamentale riuscire a non contaminare troppo la realtà con la finzione; perché avevamo scelto di raccontare personaggi umani, sfigati e nevrotici, per suscitare più l’empati a del pubblico che non l’astrazione in una dimensione edulcorata della vita; infine, perché abbiamo scelto di impiantare il racconto nella provincia del nord - est, una porzione di Italia che nasconde storie ed atmosfere incredibili ancora da scoprire. Per tutti questi motivi, mi sono impegnato a trovare una chiave giusta per raccontare in modo onesto e autentico una commedia family poco tradizionale. Da qui la scelta di includere spaccati di vita intimi e scomodi per caratterizzare la serie, come mangiare i l gelato a colazione perché non c’è altro in dispensa, farsi scappare una parolaccia quando ci sta bene o chiamare un amico non dal proprio ufficio, ma direttamente dal bagno. I risultati della scorsa stagione, hanno dimostrato che l’amore e la dedizione che ho messo nel consegnare una nuova chiave al pubblico attraverso cui vivere le fiction, sono stati apprezzati. Non è facile portare in scena la vita vera, tanto da far recitare gli attori seduti sulla tavoletta del gabinetto con estrema naturalezza, com e avrete modo di apprezzare in questa seconda stagione! Ma per poter raccontare questo e molto altro, devo ringraziare l’umanità che c’è dietro a un lavoro del genere. Tornando sul set per la seconda stagione, ho avuto il piacere di cogliere i frutti del lavoro svolto in precedenza. Sono stato felice soprattutto di aver ritrovato i personaggi che ho amato e sui quali non vedevo l’ora di tornare a lavorare in maniera più consapevole e approfondita. Il primo giorno di riprese ho felicemente riacquistato l’en ergia e il calore da parte di un cast così affiatato e di una troupe tanto carica da farmi sembrare che non fosse passato un giorno dall’ultimo ciak. Questa compattezza d’intenti mi ha permesso di concentrarmi ancora di più sull’impianto visivo e sulla rec itazione, elementi che per un regista sono imprescindibili e non posso che ringraziare Pepito Produzioni e Rai Fiction per questa seconda opportunità. Nonostante l’universo immaginario di Volevo fare la rockstar fosse già stato accuratamente creato, nuove sfide sono sempre dietro l’angolo. Quest’anno, anche a causa dell’uso delle mascherine, abbiamo dovuto imparare a lavorare molto con gli occhi e a comunicare in maniera diversa per sopperire all’impossibilità di contatto e alla vicinanza fisica, elementi vitali che permettono a un regista di trasferire emozioni e intenzioni agli attori e alle maestranze. In questo senso, avere una troupe ben rodata e preziosi nuovi elementi nonché attori di alto livello, ha aiutato a garantire un prodotto di ottima qualità . Riservo l’ultima dedica a Gorizia, la città in cui sono nato. Nella prima stagione di Volevo fare la rockstar avevo già beneficiato delle sue strade silenziose e della sua campagna verdeggiante, e quest’anno ho colto l’occasione per sfruttare anche i suoi angoli più pittoreschi e i suoi scorci più intimi oltre ai meravigliosi paesaggi delle altre città del Friuli Venezia Giulia, dove abbiamo girato. Il forte sentimento che nutro per questi luoghi ha sicuramente donato alla storia ancora più vita e realtà.
Matteo Oleotto