Note di regia di "Arnoldo Mondadori - I libri per cambiare il mondo"
I libri sono da sempre occasione di conoscenza del pensiero filosofico, scientifico e religioso, ma sono anche una possibilità di immergersi nelle storie dei grandi romanzieri o nella fantasia dei poeti. Ma chi ci dà la possibilità di conoscere questi artisti? Chi permette la divulgazione delle loro opere? Gli editori. Troppo spesso dimenticati e relegati alla categoria di “commercianti”, sono loro i divulgatori che concretamente ci fanno entrare in quei mondi.
Il grande merito di Arnoldo Mondadori è stato di fare in modo che la conoscenza delle sue pubblicazioni non fosse per pochi, ma per tutti. Il capolavoro della sua casa editrice sono stati in questo senso gli Oscar Mondadori, iniziati a uscire nelle edicole italiane dal 1965 e che permisero la distribuzione di massa dei grandi romanzi e quindi della cultura e della conoscenza. Per raccontare questa storia epica, di un uomo venuto da povertà e fame che con la sola forza delle proprie idee ha creato un vero e proprio impero culturale, abbiamo ricostruito scene ambientate in quasi tutto il XX secolo. Abbiamo messo in scena luoghi e costumi che raccontano un periodo che va dai primi del 900, quando Arnoldo era bambino, fino al 1971, anno della sua morte. In questo senso questa è stata una docufiction certamente impegnativa e ambiziosa.
Michele Placido ha aderito con entusiasmo al nostro progetto sin dalla prima stesura della sceneggiatura scritta assieme a Salvatore De Mola. Con la sua partecipata interpretazione ha dato umanità al personaggio di Arnoldo Mondadori. Le relazioni familiari che raccontiamo, da quella con la moglie Andreina Monicelli a quella più sofferta ma sempre affettuosa con il figlio Alberto, grazie a lui hanno acquisito corpo e sostanza in maniera appassionata.
Nelle varie epoche Arnoldo è stato anche interpretato dal giovanissimo Luca Morello e da Brenno Placido, il figlio di Michele. Un giorno è capitato per caso che fossero tutti e tre presenti sul set di una tipografia antica. Confesso che vedere assieme questi tre Arnoldo è stato un momento davvero emozionante, credo per tutti, anche per loro.
Il nostro lavoro lo abbiamo inteso come un omaggio ad un uomo che ha fortemente inciso sulla diffusione della cultura italiana, ad un protagonista della nostra storia grazie al quale siamo diventati quello che siamo.
Francesco Miccichè