LIA NON DEVE MORIRE - ... E noi dobbiamo tenderle una mano
Un cast ridotto all’essenziale composto da
Mario Paradiso nei panni dello stand up comedian
Vincenzo e Francesca Cellini nei panni di Angela, dà una svegliata a tutte quelle persone che ancora oggi hanno pregiudizi sulla comunità LGBTQA+.
Vincenzo nasconde da troppo tempo Lia: un lato di sé inesplorato che ha dovuto reprimere per paura di non essere accettato da suo padre e da chi gli stava attorno. Adesso che ha trent’anni e sua figlia Rosa trova una foto “incriminante” che potrebbe far saltare la copertura che Vincenzo si è creato, incapace di ripudiare ancora una volta Lia, l’uomo decide di farla finita. La conoscenza con Angela, una donna coraggiosa cresciuta con una malformazione a una gamba, sarà però illuminante.
Lia non deve morire e l’incontro tra questi due adulti con diverse difficoltà fisiche e psicologiche è uno schiaffo in faccia a chi crede il contrario. Questo cortometraggio dalla fotografia cupa che rispecchia in tutto e per tutto i sentimenti del protagonista, è una mano tesa verso tutte quelle persone che ancora oggi non riescono ad accettare la propria sessualità e pensano che la soluzione sia farla finita.
Nel finale, il pubblico dello stesso locale in cui Vincenzo è solito esibirsi applaude davanti a una sedia vuota: segno del fatto che per Lia non è troppo tardi per essere riconosciuta e accettata. E chissà se questi pochi minuti in cui Bergamo ha voluto raccontare una parte ignota di Vincenzo possano mai diventare un qualcosa di più, magari un lungometraggio sociale che ci racconti di più della sua infanzia e del suo percorso di crescita, volto ad aiutare un maggior numero di persone.
10/06/2022, 10:02
Silvia Nobili