Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di produzione de "Le Voci Sole"


Note di produzione de
Le Voci Sole ha rappresentato una grande sfida narrativa e produttiva per tutti noi. Conosco Andrea Brusa e Marco Scotuzzi molto bene avendo prodotto tutti i loro cortometraggi, progetti che hanno sempre trovato una strada originale per arrivare all'essenza delle storie, con uno stile molto schiacciato sul reale, al confine tra finzione e documentario.
Sapevo che all'interno di questo orizzonte, contenuto e autentico, avremmo potuto costruire un'opera prima che fosse la naturale conseguenza del lungo percorso precedente. Una storia a tratti claustrofobica, con un meccanismo narrativo forte e personaggi intrappolati in una situazione kafkiana. Un film che raccontasse il presente mettendo in scena un punto di vista diverso, indipendente nel vero senso del termine, con poche location a riverberare le dinamiche di un mondo apparentemente lontano ma più che mai presente, con le sue perversioni, caricato da forze antagoniste viscerali.
Iniziamo a strutturare il film quando la pandemia non è ancora realtà, coinvolgiamo la stessa squadra che ha lavorato a tutti i progetti di Andrea e Marco. Si unisce anche Giovanni Storti, già protagonista del loro corto "Magic Alps", entusiasta della sceneggiatura, insieme a lui scegliamo il resto del cast, sia Alessandra Faiella che Davide Calgaro avevano già lavorato con lui e per noi era importante in una produzione così complessa che ci fosse un cast già affiatato, in grado nei pochi giorni di trovare rapidamente quell'intesa e quella chimica fondamentali per mettere in scena la famiglia protagonista.
Tutto è pronto, stiamo per girare ma è marzo 2020. Scoppia la pandemia e le riprese del film vengono posticipate a giugno, che diventa luglio, che diventa settembre. Poi ottobre. Sembra che tutto sia alle spalle ormai, in un attimo però Milano diventa l'epicentro della seconda ondata. Coprifuoco, autocertificazioni, crew limitata in ogni appartamento. Seguiamo ossessivamente ogni precauzione possibile immaginabile.
Al terzo giorno un membro della squadra risulta positivo.
Il set si chiude. Finiamo tutti in quarantena. Le riprese rinviate a data da destinarsi, che per un film indipendente come questo nella stragrande maggioranza dei casi significa il naufragio inevitabile del progetto.
Ci sentiamo come i nostri personaggi. Isolati, soli, impotenti contro forze invisibili che si divertono a colpirci alle spalle.
In quei due giorni di ripresa però, capiamo che c'è qualcosa di molto interessante che abbiamo portato a casa.
Le voci di quei protagonisti, quel mondo, i loro destini. Restiamo in contatto da remoto e ci concentriamo sul lavoro, esploriamo ancora di più la storia. Riscriviamo le scene mancanti, inseriamo il virus come sfondo visto l'impatto così grande che ha avuto sulla produzione e su tutti noi.
Passano mesi. Lunghissimi.
Poi il set riparte, solo grazie al sacrificio di tutti. L'interruzione è stata una gran bella botta. Gli ostacoli e i limiti sono più di prima ma insieme riusciamo a trasformarli in opportunità.

Andrea Italia