Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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EDITH, UNA BALLERINA ALL'INFERNO - "Una storia che ci ha parlato"


Intervista a Emanuele Turelli, sceneggiatore del film presentato in anteprima a Giffoni 2022


EDITH, UNA BALLERINA ALL'INFERNO -
"Edith, una Ballerina all'Inferno" di Marco Zuin e' reduce dalla sua anteprima assoluta al Giffoni Film Festival, dove ha ricevuto l'ambito Impact Award 2022 ed entusiasmato il giovane pubblico del festival.

"E' andata benissimo", racconta Emanuele Turelli, ideatore e sceneggiatore del film. "Ci hanno accolto molto bene, hanno percepito che un prodotto come il nostro sposava appieno sia la tematica del festival (mettere in luce gli invisibili: alla nostra Edith consigliarono di diventarlo per sopravvivere, lei invece si rese visibile con la danza e sopravvisse proprio per questo) sia come target, e' un film fatto da ragazzi e che parla ai ragazzi. Ci siamo sentiti valorizzati, non un film tra i tanti ma davvero voluto, siamo orgogliosi di tutto cio'".

Come e' nata l'idea del film?

"Mia figlia danza, e con la nostra associazione culturale Violet Moon siamo molto attenti ai temi dell'olocausto, abbiamo spesso organizzato viaggi della memoria ad Auschwitz e puntato molto sulla conoscenza, facendo leggere libri sul tema e aumentando la consapevolezza.
Era naturale, forse, che prima o poi mi finisse tra le mani il romanzo "La scelta di Edith", edito da Corbaccio e scritto dalla stessa Edith Eva Eger: è uno di quei libri che ti cambiano la vita. Io vengo dal teatro, ma pensarla per il palco era davvero difficile: invece, leggendo mi si presentavano le scene davanti agli occhi e scrivere la sceneggiatura è stato davvero semplice. Per questo dico sempre che è la storia che ha incontrato noi.
Da subito mi ha conquistato il concetto di base, l'idea di questa ragazzina che riesce a sopravvivere grazie alla sua passione per l'arte, non per altro: tutti la ritengono una cosa accessoria, ma per lei era vitale, anche in senso letterale. Ed è stato così anche per i ragazzi e le ragazze coinvolte nel progetto, ballerini che dopo 2 anni di lockdown si erano aggrappati alla loro arte per salvarsi".

Il processo di scrittura è stato davvero così facile?

"Ho detto che la sceneggiatura è stata la cosa meno difficile, la difficoltà è venuta dopo: ho chiesto di utilizzare diversi linguaggi, una vera gatta da pelare per Marco Zuin, il regista. Narrazione, recitazione e ballo, insieme, un lavoro più in logica teatrale ma Marco è stato veramente magico a trovare l'equilibrio per mixare queste arti, un lavoro molto intelligente, ha trasformato 15 ballerini in attori senza far loro aprire bocca, e anche con Viola, la protagonista, ha fatto un lavoro straordinario. Un film lirico, mi viene da dire".

E ora, che futuro avrà il film?

"Ci stiamo pensando da tempo, l'aspetto distributivo non è facile anche se scrivi un capolavoro! Abbiamo avuto ottime entrature, vorremmo un percorso duplice o triplice: prima un calendario di proiezioni-evento in sala, poi la messa in onda televisiva nazionale e infine l'arrivo su una piattaforma per mostrarlo a tutti. Vedremo".

Possibile anche portarlo a teatro?

"E' stata una fatica incredibile questo film.. ma la suggestione del palco è lì, potrebbe succedere. Di sicuro vorremmo lavorare a lungo su questa storia, potrebbe venirne un cortometraggio, uno spettacolo teatrale, un podcast... Anche con l'editore Corbaccio stiamo ragionando su come svilupparla.
Credo che il cinema non debba raccontare solo storie, ma storie che cambiano il mondo, anche in piccola parte. La storia di Edith, che anche dopo la liberazione fu una continua restituzione della sua "fortuna" di salvarsi, è perfetta in tal senso".

28/07/2022, 09:25

Carlo Griseri