VENEZIA 79 - "Le Favolose" di Roberta Torre
Sono favolose, devono esserlo per esistere: se palesano qualche dettaglio di “normalità”, non interessano più e anzi vengono ignorate, dimenticate, schifate.
Sono le meravigliose trans protagoniste dell'ultimo indefinibile progetto (Finzione? Documentario? E importa davvero saperlo?) diretto da
Roberta Torre, “
Le Favolose” appunto, in anteprima mondiale a Venezia alle Giornate degli Autori e poi in sala per tre giorni, dal 5 al 7 settembre.
Sono Porpora (Marcasciano, cinematograficamente la più nota ed esposta), Nicole, Sandeh, Mizia e Sofia. Insieme a loro poi appaiono anche Massimina e soprattutto Antonia, un “fantasma” che le porta a riunirsi nella villa abbandonata in cui un tempo avevano tutte trovato rifugio, consolazione, ispirazione.
Antonia è morta da anni, ma quasi contemporaneamente Porpora la sogna e Nicole ritrova una lettera che lei stessa le aveva consegnato prima di morire. La sua famiglia decise drammaticamente di seppellirla vestita da uomo: lei avrebbe voluto altro, decisamente, e con una improvvisata seduta spiritica provano a contattarla per rimediare a modo loro.
Intanto ricordano le loro esperienze, si confidano con grande sincerità alla camera, scherzano tra loro e si divertono provando abiti prendendosi un po' in giro, sotto gli sguardi a volte spaventati e spesso sbigottiti dei loro cani.
Le Favolose sono imprevedibili, la loro vitalità contagiosa e le loro differenze bellissime, a discapito di chi vorrebbe “uniformarle” nella loro condizione: tra un balletto intorno a una piscinetta e un'altra coreografia liberatoria (entrambe sulle splendide e leggiadre note di “
Oiseau sauvage” cantata da Dom La Nena), si arriva a fine visione senza aver capito bene a cosa si è assistito, ma felici di averlo fatto in compagnia di persone così speciali.
01/09/2022, 21:45
Carlo Griseri