VENEZIA 79 - "Amanda" di Carolina Cavalli
Amanda è sola, non ha amici e soprattutto non sa come farsene di nuovi. Trasferita da Parigi alla città in cui vive la sua famiglia (nella realtà è Torino, ma non è mai definita come tale), non ha punti di riferimento e a 25 anni non le si offrono occasioni d'incontro: vorrebbe uscire sempre con la sua domestica, ma le viene vietato; non ha un bel rapporto con la sorella maggiore, per non dire con il resto della sua borghesissima famiglia... E allora decide di forzare la sua amica d'infanzia (si conoscevano da bambine ma poi si sono perse di vista) a ritrovare quel rapporto.
Amanda è Benedetta Porcaroli, efficacissima e credibile nella parte di una giovane un po' misantropa ma anche tanto desiderosa di contatto umano, anticonformista (al punto da dare della "borghese di me**a alla sua cameriera!) e dotata di un umorismo caustico, freddo e spietato.
Intorno a lei una serie di figure tutte a modo loro originali, ben scritte (Cavalli è alla prima opera da regista, ma come sceneggiatrice ha già una bella esperienza) e ottimamente abbinate agli attori e alle attrici del cast.
Galatea Bellugi è la stralunata "amica per forza" di Amanda;
Giovanna Mezzogiorno è la madre dell'amica mentre
Monica Nappo è la distante madre della protagonista, e ancora la stilista
Margherita Maccapani Missoni interpreta sua sorella. Un commento a parte per il sorprendente cantante
Michele Bravi, qui nel ruolo di uno spacciatore, che rivela un sorprendente talento.
Una storia esile (e i 90 minuti di durata sembrano davvero essere il limite massimo a cui portarla...) ma piena di spunti di riflessione, una sceneggiatura intelligente e molto ironica che guarda al cinema del Nord Europa (la regista come riferiementi ha citato Aki Kaurismaki e Roy Andersson) e ha tutte le carte in regola per poter trovare un pubblico (giovane) da portare in sala.
05/09/2022, 18:28
Carlo Griseri