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SALINA DOC FEST 2022 - In anteprima "Qui non c'e' niente di speciale"


SALINA DOC FEST 2022 - In anteprima
Negli ultimi 25 anni sono partiti dal sud Italia 1,6 milioni di giovani: Peppino, Anna, Alessandro, Marco e Ginevra sono invece tra quelli che hanno deciso di restare. “Qui non c’è niente di speciale” (Italia, 2022, 65’), il film del regista Davide Crudetti scritto con Paola Di Mitri, racconta di loro e delle loro storie, di quello che stanno costruendo, di antiche rovine e tentativi di rinascita.

Il documentario è tra i finalisti del Salina Doc Fest, il festival internazionale del documentario narrativo che si svolge nell’arcipelago siciliano delle Eolie, e sarà proiettato in anteprima nazionale venerdì 16 settembre, alle ore 10.30 al Centro Congressi di Malfa, alla presenza del regista e del presidente di giuria Roberto Andò. Il film è prodotto dalla Apulia Film Commission e da Fondazione CON IL SUD nell’ambito del Social Film Production Con il Sud, in collaborazione con XFARM Agricoltura prossima, Circolo Mandolinistico - San Vito dei Normanni, ed è distribuito da ZaLab.

C’è stato un tempo in cui il Mediterraneo era il mare del presente e non quello del passato, in cui le genti arrivavano per fermarsi e da qui nessuno partiva. Oggi, dal sud al nord dell’Italia c’è una sola via invece, di quelle strette a senso unico: dal Sud di solito si parte, per cercare studi e lavori più affermati, prospettive di benessere, qualunque esso sia inteso. Al sud per molte persone arriva un momento della vita in cui un futuro lontano da casa sembra l’unica opzione possibile. E così, ogni anno, interi territori e comunità si svuotano, rimanendo immobili a guardare migliaia di figli, nipoti o coetanei partire. Dal 1995 a oggi sono partite dal sud oltre 2 milioni di persone, di cui quasi 1,6 milioni sono giovani: stime Istat mostrano come entro il 2056, le regioni meridionali perderanno più di 5 milioni di persone dei circa 20 milioni di abitanti di ora, praticamente uno su quattro.

“Qui non c’è niente di speciale” riprende questa vecchia storia per raccontare il suo contrario. I protagonisti del film - Peppino, Anna, Alessandro, Marco e Ginevra – hanno tra i venti e trent'anni, al sud Italia hanno scelto di viverci, precisamente a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, in Puglia. Sono storie individuali e collettive allo stesso tempo: di impegno nel recupero dei terreni confiscati alla criminalità, come fa l’azienda agricola XFARM, che promuove agricoltura sociale ed ecologica; di conservazione di tradizioni locali, come quella dell’arte del mandolino a cura del Circolo Mandolinistico del paese (fondato nel 1934), cultura musicale che coinvolge da decenni la comunità, colonna sonora di tutto il documentario. Mattone dopo mattone, ulivo dopo ulivo, i protagonisti creano case e terreni coltivati, si ritrovano nelle piazze e nei poderi salvati per godere insieme dei frutti della terra, salvano dal fondo del mare rovine storiche, o semplicemente oggetti di interesse archeologico invidiati in tutto il mondo.

«Del sud Italia e della Puglia in particolare, una cosa che mi ha sempre impressionato è la grande quantità di ruderi e rovine abbandonati. – ha dichiarato il regista Davide Crudetti - Tutti questi raccontano di altre vite, risalenti a secoli fa o a volte anche solo a pochi decenni. Mentre iniziavo a dialogare con quelli che ancora non sapevo sarebbero diventati i protagonisti del mio film, quelle rovine mi venivano spesso in mente: sembravano starci a pennello con quel paesaggio quasi sopito, con quei ritmi lenti, che a tratti parevano immobili, con quei discorsi capaci di prendersi i loro tempi, di non avere fretta. Solo dopo mi sono accorto davvero di cosa c’entrassero quei ruderi e quelle rovine con le loro vite. Il film è la storia del passato osservando il presente. È la testimonianza di un’emigrazione costante, osservando le vite di chi ha deciso di restare, è il racconto di una ricostruzione che ha ben chiare le rovine su cui costruisce. E poi è la storia di un tentativo di rinascita, della ricerca faticosa di un’alternativa futura possibile, della forza di non dare nulla per scontato. Anche qui dove - come Peppino, Anna, Alessandro, Marco e Ginevra mi hanno detto tutti almeno una volta "Non c’è proprio niente di speciale".»

13/09/2022, 12:10