Note di regia di "American Ring"
American Ring è un documentario sul wrestling indipendente nel Midwest americano. Girato attraverso momenti di osservazione e interviste della vita reale, questo film descrive la cultura e i valori degli stati centrali degli Stati Uniti – e il wrestling funge da allegoria del concetto esistenziale e politico del bene contro il male. Non c’è spazio per il dubbio: la realtà è in bianco e nero, poiché gli eroi del wrestling o sono buoni o cattivi.
I fan della classe operaia supportano gli eroi del wrestling locale come mezzo di liberazione personale. American Ring è un viaggio nel profondo dell’America: una testimonianza di una sottocultura che sta definendo il destino del mondo. American Ring non è solo il ritratto di una sottocultura, ma anche una storia di passione e abnegazione, alla ricerca di quel “sogno americano” che chiamiamo gli USA contemporanei.
Tra gli atleti c’è Ace Austin, un giovane che rinuncia a tutto per il suo sogno di wrestling; Samantha Heights, una ragazza che ha risolto i suoi problemi di rabbia attraverso lo sport; e Joey Ryan, un eroe che combatte usando il suo pene super potente. C’è anche Dustin Rayz, un mascalzone con una bella famiglia, una passione per i fucili semiautomatici e una ferma convinzione nell’esistenza del Bigfoot.
E poi ci sono i tifosi: veri rappresentanti della classe operaia di tutti i sessi, tra cui una giovane donna che gestisce un podcast sul wrestling a Columbus, Ohio; Tony Dunlap, un uomo che alla fine degli spettacoli chiede alle star del wrestling di schiaffeggiarsi il petto nudo (una pratica chiamata “chopping”); e Stefano Morris, un robusto appassionato che assiste a tutte le partite con la sua cara moglie. Per non parlare del Miami University Wrestling Club, un’associazione di circa 50 persone che si autodefiniscono “nerd” e fan del wrestling.
I combattimenti sono in qualche modo sceneggiati, ma almeno metà dell’azione è improvvisata attraverso una sorta di “guerra psicologica” tra i concorrenti. In quanto tale, il wrestling è una forma di arte marziale in cui gli atleti sacrificano veramente i loro corpi. Il segreto per non provare dolore dopo i colpi e gli urti? “Non importa il dolore”, afferma il capo allenatore e star del wrestling locale Dave Crist.
Le nostre telecamere avevano accesso al ring e al backstage e la troupe risiedeva nel “Wrestler
House” a Dayton, Ohio, insieme a 10 lottatori, quattro cani e un unico bagno, ottenendo un ulteriore accesso alla vita degli atleti.
Stefano Casertano