Note di regia di "The Christmas Show"
The Christmas Show è un film sulla magia del Natale e su quella sensazione, che più o meno tutti avvertiamo dentro di noi, quando si avvicina il 25 dicembre.
È la voglia di solleticare quella parte di noi, che ancora crede a Babbo Natale e che non smetterà mai di farlo.
Forse perché in fondo è bello pensare che tutto sia possibile, almeno per quei giorni.
Nel realizzare The Christmas Show, ho cercato di raccontare la storia inserendola nella vita reale di tutti i giorni, ma aggiungendo una punta irrinunciabile di realismo magico che rende a volte, più sopportabile e a tratti meravigliosa la vita stessa. Questo per cercare di amplificare il sentimento più comune in tutti noi: vedere, anche nelle avversità e nei periodi bui, una finestra di speranza. Una speranza che non nasce da una fede religiosa o da qualche superstizione cabalistica, ma che si genera, si autoalimenta e si determina solo nella condivisione e nello scambio di relazioni tra gli esseri umani.
Lo straordinario che invade il quotidiano e lo rende unico e muta una situazione che sembrava immutabile è quello che mi affascina nel raccontare storie.
Il tutto, naturalmente, veicolato con il linguaggio della commedia, dove anche concetti e situazioni più complicate, trovano la loro
naturale dimensione narrativa con la leggerezza e la solarità che appartiene al genere.
Nello scrivere questa commedia, abbiamo voluto giocare con l’immaginario collettivo universale, abbiamo attinto alle forme del
Natale che ormai si sono mutuate in noi da una frequentazione e fruizione di archetipi e stilemi internazionali che riguardano il
Natale, mantenendo però l’unicità e l’identità del nostro essere profondamente italiani e a tutto ciò che ci determina culturalmente e come uomini.
La storia è presto detta, una famiglia che non festeggia più il Natale dopo un lutto che la costringe a una elaborazione a lento rilascio,
si troverà proiettata improvvisamente all’interno di un reality natalizio, che la costringerà a fare i conti con la propria vita interrotta, e ritroverà tramite espedienti, gag e momenti emozionanti, il senso del Natale e della speranza che aveva perso.
Una commedia corale dove ognuno è indispensabile all’arco di trasformazione dell’altro, in un susseguirsi di colpi di scena,
rivelazioni, risate e momenti commoventi.
Come sempre il mezzo più importante per arrivare a commuovere sono principalmente gli attori. E il cast del film si è divertito a
“giocare” con i personaggi, facendoli vivere e sognare con grande passione.
Così come la fotografia, che ha scaldato le situazioni e ha reso le notti magiche e la neve ancora più soffice, giocando con la nostra memoria, anche la scenografia ha riprodotto, ambienti, colori, tavole imbandite e camini che riflettono sui visi calore e calori che si vedono solo in un periodo dell’anno: a Natale.
Anche la musica ha amplificato e dato suono alle emozioni che sentiamo e ce le fa risuonare dentro.
Io ho cercato di raccontare questa storia visivamente con un ritmo narrativo filmico e di montaggio molto elevato con inquadrature
che allargassero l’ambiente e la storia che si svolgeva principalmente in casa. Ho cercato respiro e leggerezza con uso di obiettivi e di movimenti di macchina necessari, per esprimere le varie parti del discorso narrativo e solo per rendere fruibile il racconto.
La storia l’abbiamo scritta durante la pandemia e ha voluto essere per noi, innanzitutto, una piccola luce per ritrovare quelle infinite cose di cui sentivamo la mancanza e soprattutto il calore.
Una storia “piccola” come una di quelle minuscole navi chiuse in una bottiglia, ma che con un pizzico di fantasia, possono solcare
mari e oceani infiniti.
Volevamo raccontare una storia sul Natale, da raccontarsi a Natale, per stare bene tutti insieme: questo era il nostro unico, “piccolo e grande” obiettivo.
Alberto Ferrari