GIGI RIVA - Nel Nostro Cielo un Rombo di Tuono
Un racconto intimo che trova nelle parole dello stesso
Gigi Riva il filo conduttore del documentario firmato da
Riccardo Milani, "
Nel nostro cielo un rombo di tuono", un omaggio poetico e sentito del regista verso il calciatore: “20 anni fa un produttore mi chiese di proporgli un progetto al quale tenessi molto, quel giorno mi sono ricordato di un mio quaderno delle elementari”, esordisce Milani nel docufilm, la passione di un bambino che rimane accesa anche da adulto, la capacità di giocatori della stoffa di Riva, come, tra i tanti, Paolo Rossi (di recente Walter Veltroni gli ha dedicato un documentario), di lasciare il segno, di essere il simbolo di un calcio migliore, anche di un Paese migliore.
Campione d’Europa con la Nazionale nel 1968, finalista ai Mondiali nel 1970, Gigi Riva è artefice in quello stesso anno dello storico scudetto del Cagliari, una gioia immensa per quella città che lo aveva accolto e alla quale rimane profondamente legato, rifiutando le proposte delle maggiori squadre europee, rimanendo fedele a quella maglia e divenendo simbolo dell’orgoglio sardo, lui che era nato in provincia di Varese.
Un film delicato, riflessivo, lontano dallo stile dei documentari che negli ultimi anni “in pompa magna” hanno celebrato tante leggende sportive. Uno stile, quindi, che rispecchia la personalità del protagonista, riservato, rigoroso, poco incline a stare davanti alle telecamere e a fare interviste, e anche per questo motivo "
Nel nostro cielo un rombo di tuono" diventa un documento unico e prezioso, mostrando la grande capacità di Milani di riuscire a scandagliare un animo così schivo, che nell’aprirsi dimostra una grande fiducia verso il regista e verso il pubblico, verso i tifosi di diverse generazioni che non hanno mai dimenticato il "
rombo di tuono", ribattezzato in questo modo dal giornalista
Gianni Brera.
Nel film si alternano immagini d’archivio, ovviamente le testimonianze dello stesso Riva, dei suoi ex compagni di squadra, come
Enrico Albertosi, Beppe Tomasini ed Angelo Domenghini, di altri campioni come
Roberto Baggio, ma anche di semplici cittadini sardi, alternate a visioni folkloristiche e paesaggistiche che il regista costruisce coerentemente con il racconto della vita del campione e con le suggestioni che questo consegna al pubblico.
21/11/2022, 16:46
Caterina Sabato