TORINO FILM FESTIVAL 40 - "Orlando", due generazioni a confronto
L’anziano Orlando (
Michele Placido) vive in un remoto paesino di montagna del centro Italia, un giorno riceve una chiamata dal Belgio che lo avverte che suo figlio, emigrato da vent’anni, ha bisogno di lui. Orlando così è costretto per la prima volta nella sua vita a partire, solo e senza conoscere il francese, parlando soltanto uno stentato italiano. Quando arriva a Bruxelles scopre di avere una nipote di 12 anni, Lyse (
Angelica Kazankova) e di essersi perso tanto di quel figlio al quale non ha mai perdonato di essere andato via. Orlando e Lyse sono distanti in tutti i sensi, non si capiscono ma impareranno a conoscersi e a volersi bene.
Due mondi e due generazioni lontane che si incontrano accomunate solo dalla perdita e dallo stesso dolore. Da uno sperduto paesino del centro Italia a una ricca capitale europea la strada per trovarsi e capirsi sarà lunga. In che modo, quindi, Orlando e sua nipote Lyse troveranno un punto di incontro?
Daniele Vicari in "
Orlando", un film intimista e delicato, indaga su un rapporto impossibile, esistente inizialmente solo per un legame di sangue.
Il regista si sofferma in particolar modo sull’anziano, un Michele Placido in una delle sue migliori interpretazioni, rivelando tutto lo scompiglio emotivo, il disorientamento di un uomo che solo attraverso lo sguardo, con pochissime parole esprime le tante domande che si fa sul mondo, su suo figlio scomparso con il quale non aveva più rapporti, sulla nipote giovanissima ed emancipata, incapace di grandi slanci e di esprimere apertamente amore.
Lui è il passato, la generazione del sacrificio, del lavoro duro, della mancata istruzione, lei è la generazione di Greta Thunberg, e Lyse le somiglia molto fisicamente, simbolo dei giovani consapevoli, più responsabili verso il futuro, acuti e con grandi aspettative. I modi rudi di Orlando non appartengono alla ragazzina e questo contrasto porta presto l’anziano a fare delle scelte, restare o partire, “non voglio morire a 3000 km da casa” dice a un certo punto, cambiare a 75 anni o rimanere radicato nel suo mondo “antico”?
"
Orlando" racconta con efficacia e senza retorica il confronto tra queste due generazioni attraverso i lunghi silenzi pieni di significato dell'anziano che la straordinaria bravura di Placido rende lampanti, e i cambiamenti che nonno e nipote devono affrontare, le incognite della vita ma anche le belle opportunità che un evento tragico può portare.
29/11/2022, 20:00
Caterina Sabato