Note di regia di "Mirabile Visione: Inferno"
L’Inferno di Dante è stato scritto circa 700 anni fa. Appare sorprendente come il valore del suo messaggio sia ancora moderno ai giorni nostri. Se Dante tornasse ora, cosa potrebbe dire del nostro mondo? Abbiamo provato a spiegarlo attraverso un docufilm. Tutto questo per descrivere alcuni aspetti della Commedia di Dante che in molti, troppi non abbiamo colto quando lo abbiamo studiato al Liceo. E cioè che i tre regni danteschi non sono tanto luoghi estranei di un incomprensibile aldilà, ma raffigurazioni profonde e attualissime dell’uomo, delle sue possibilità, dei suoi limiti e dei continui superamenti che può intraprendere. Come dice il Poeta: in hac vita. In questa vita. E tutti possono viaggiare anche fuori. Vedere l’inferno. I fenomeni, i processi e la crisi della società capitalista, che crea disuguaglianze e accumulo smisurato per pochi. Ecco la terribile lupa! La manipolazione mass mediatica, la rassegnazione che ci fa, passivamente, accettare l’inaccettabile. In Mirabile Visione attingiamo al patrimonio audiovisivo accumulato negli ultimi 100 anni di Storia individuando particolari frammenti per creare un ponte tra la poetica di Dante (e la sua irripetibile epoca) e la modernità, almeno come la intendiamo oggi. Parliamo di fatti, eventi, volti, processi che si sono radicati nel nostro immaginario che nel tempo hanno assunto un valore iconico e icastico tale da poter essere utilizzati come terzine di un componimento poetico, o pennellate in un quadro impressionista, o tasselli di un mosaico. Colligere fragmenta, mettere insieme i pezzi, è questo lo scopo di “Mirabile Visione”. Ma su che piano? Laico o religioso? O addirittura esoterico? Di qui l’idea di (non) risolvere questo dualismo (presente nella Commedia) affidando la narrazione a due distinte entità narrative, una Professoressa di Liceo da una parte, un prete cattolico dall’altra. Aspetto secolare a aspetto cristiano che dialogano e si compenetrano. Un prete che non cita mai Dante, eppure sembra raccontare la Commedia. Una Professoressa che non cita mail il Vangelo, eppure sembra, in qualche modo, volerci “salvare”. Un percorso trasformativo su due binari paralleli che convergono in un finale di Luce. Le tavole animate fungono da dorsale narrativa, sono un fulcro cui si agganciano le parole dei due protagonisti, la Prof.ssa Argenti e Padre Guglielmo. Le terzine dantesche scelte sono come pietre miliari di un percorso che vuole realizzare un flusso ininterrotto di emozioni, suggestioni e riflessioni profonde sull’essere umano e sulla società moderna, in un periodo storico particolarmente sensibile alle tematiche care al Sommo Poeta.
Matteo Gagliardi