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Note di produzione de "La legge di Lidia Poet"


Note di produzione de
La legge di Lidia Poët è il period con il quale Groenlandia si è sempre voluta confrontare. Forte nell’ideazione, ritmato, complesso nella realizzazione. Il racconto di una donna anticonvenzionale che, nata nel tardo Ottocento, già brilla per talento, spirito libero e personalità. Il suo credo è essere anticonformista, non adeguarsi alle opinioni comuni, aggirare la norma, pensare fuori dagli schemi, ribellarsi al pensiero dominante e al sistema preesistente. Un vero e proprio inno alla libertà, parola che siamo certi caratterizzerà questo racconto.

La cifra stilistica è moderna, libera e fantasiosa, attenta ai personaggi e alle loro pulsioni, i loro drive, i meccanismi che li mettono in moto. Più filologica è invece la ricostruzione della scena giudiziaria di fine Ottocento. Torino è stata l’arena perfetta, forse l'unica possibile per arrivare alla cura che auspicavamo. La qualità del progetto sta tutta in quell’equilibrio tra l’ispirazione realistica dell’ambientazione e del contesto storico e una cifra visiva pop e “immaginifica” capace di rendere Torino e le nostre storie non polverose ma accattivanti per un gusto contemporaneo.

I capi reparto d’eccellenza, dalla fotografia alle musiche, dalla scenografia ai costumi, sono stati in grado di conferire alla serie un taglio moderno e fresco, rispettando al tempo stesso l’epoca di riferimento, rendendo così possibile la realizzazione di un prodotto di grande qualità e forza cinematografica. Fondamentale è stato l’apporto del cast, capitanato da una bravissima Matilda De Angelis che ha arricchito il racconto in un confronto continuo tra la sceneggiatura e i personaggi. Abbiamo trovato in Netflix un alleato fondamentale, garanzia di qualità e diffusione internazionale, un vero motore creativo che ha seguito il progetto fin dalla sua genesi. La speranza è che la nostra protagonista possa, parlando al mondo, essere di ispirazione per chi la saprà ascoltare.