Note di regia de "La proprieta' dei metalli"
In un momento di rapida trasformazione come quello che stiamo attraversando, penso che si avverta il bisogno di storie autentiche che sappiano andare alle radici di quello che siamo. La storia di Pietro è u na storia minima, fatta di pochi personaggi, che si svolge prevalentemente in interni. È una storia scandita da oggetti banali come chiavi, coltelli, cucchiai. Credo che in questa semplicità risieda parte della sua universalità. Gli anni Settanta sono stati il momento in cui l’Italia ha definitivamente rinunciato alla sua millenaria identità contadina per sposare la via del neocapitalismo. La vicenda di Pietro racconta gli ultimi bagliori di un paganesimo rurale, già contaminato dalla civiltà dei consum i. Oggi nella nostra società non c’è più spazio per il mistero, ma questa rimozione ha prodotto, credo, un bisogno latente. Proprio per questo penso che oggi più che mai ci sia bisogno di film che sappiano parlare in modo sincero, senza spettacolarizzazion e e senza passare dalle forme del cinema di genere, della vita e dei suoi misteri. Anche da un punto di vista estetico penso che ci sia un crescente bisogno di pulizia. La fruizione sempre più frammentaria di immagini sempre più grafiche e irreali ha prodo tto un bisogno ancora non pienamente inteso di film lineari e visivamente limpidi, che facciano ritrovare allo spettatore una forma di purezza.
Antonio Bigini