Note di regia di "Primadonna"
La necessità di raccontare questa storia viene da una riflessione intorno al tema dell’auto determinazione. È da sempre stato affascinante per me cercare di capire come reagire agli atti di violenza e prevaricazione senza da un lato cedere alla violenza della vendetta, e da un altro evitando di diventare una vittima. La storia di Lia nasce appunto dalla ricerca di una terza strada, molto spesso negata alla donna – sia nella realtà che nel cinema – che viene relegata a ruoli binari: Madonna o sgualdrina, vendicatrice o sottomessa, moglie o zitella. C’era poi la volontà di raccontare una Sicilia arcaica e legata alle tradizioni, che io ho vissuto in prima persona attraverso la mia famiglia paterna, e che fosse però lontana da cliché di genere, cercando di raccontare i personaggi attraverso un territorio selvaggio e impervio come quello dei Monti Nebrodi, dove i paesi conservano ancora un sapore fuori dal tempo – ed era questa dimensione di “atemporalità” che volevo infondere al film, perché una storia ambientata negli anni 60 potesse continuare a risuonare anche per il pubblico contemporaneo.
Marta Savina