Note di regia di "Homefish"
Portare a termine Homefish è stata una vera impresa... ha messo a dura prova la mia determinazione nonché quella di Aurora per molto tempo. La sua lavorazione ha richiesto 5 anni, costellati da alti e bassi, delusioni cocenti e piccole rivincite. Una concatenazione sfortunata di incontri sbagliati che meriterebbero di entrare di diritto nel Guinness dei primati. Si è rivelata alla fine della corsa un'opportunità di crescita su più livelli, nata dalle ceneri di quello che poteva diventare l'ennesimo fallimento personale. Invece, eccolo qui. Pensato per essere il primo vero corto sperimentale di Piano9, scritto da Aurora come prova finale per un corso di sceneggiatura, Homefish arriva dopo L'incontro, ma per noi resta la creatura degli esordi, il primogenito che ha dato il via a tutto: una sorta di “Piano9 begins”. Da quel primo ciak, nel 2015, siamo cambiati noi e la società civile. Perciò come si colloca, oggi, Homefish? Potrebbe strapparvi un sorriso – ce lo auguriamo di cuore – e con un po' di fantasia diventare metafora dei nostri tempi, in cui la psicoanalisi entra a gamba tesa nelle nostre vite da reclusi (per comprendere la realtà, alle volte, basta osservare il mondo da un'altra prospettiva). Oppure potreste tuffarvi con leggerezza in questa avventura dell'inconscio – tra lo slapstick alla Buster Keaton e il cinema fantastico di stampo psicologico – e osservare questi due strani personaggi in cerca di una via di fuga dalla quotidianità.
Vito Sugameli