Note di regia de "Le Mie Ragazze di Carta"
Premessa : “ Questa è una sceneggiatura a cui sono particolarmente legato, la prima storia che sento veramente “mia” da quando ho iniziato questa bellissima e stimolante esperienza nel cinema. Ormai più di 20 anni fa diressi il cortometraggio “il sorriso di D iana” parte del progetto “ S ei come sei” , un lungometraggio sperimentale distribuito dall’istituto L uce ; quel cortometraggio era ideato e sceneggiato da un personaggio curioso, un cuoco di Treviso con una cultura molto vasta che aveva una passione per la sc rittura, era la storia di un ragnetto che si innamorava di una donna, la metafora poetica e geniale di tutti gli amori impossibili. Quel cortometraggio prodotto da Cattleya ha avuto grande successo, vincendo molti premi in tutto il mondo anche in festival molto importanti (fu presentato proprio a B erlino nel film “ S ei come sei”), ed è grazie a quel corto e alla sensibilità di Mauro Spinelli che di fatto oggi sono un regista di cinema . Q ualche tempo dopo gli feci leggere una storia scritta da me, una storia vera del mio passato, la storia di un cinema davanti a casa nel quale ad un tratto non potevo più entrare, senza capire il perché. Mauro scrisse la sceneggiatura di quel breve racconto, una sceneggiatura che spostando la storia da Milano a Treviso e con l’ inserimento dell’epopea della famiglia Bottacin dalla campagna alla “metropoli” divenne piena di significato e di poesia. La sceneggiatura vinse il premio Solinas ( P remio B envenuti per la C ommedia) nel 2007 . H o sempre considerato questo film per me importa ntissimo, e per diverso tempo non mi sono sentito in grado di affrontare il progetto, sono contento di aver aspettato, di aver accumulato esperienza importante per poter gestire un film molto più complesso di quanto possa sembrare.
Note : “ Credo che il passaggio dalla pubertà alla preadolescenza, capire che nel mondo non ci sono solo pallone da calcio e soldatini, iniziare a vedere le compagne di classe sotto una luce molto diversa, svegliarsi con delle strane sensazioni sotto le coperte, insomma perdere l’innocenza, sia per noi maschietti un periodo memorabile, e si lega a delle sensazioni fortissime che allo stesso tempo, nel ricordo, si trasformano in tenere e poetiche. In un paese cattolico come il nostro, nei primi anni ’80, nella laboriosa provincia del nord italiano, la storia della perdita di innocenza ed ingenuità dei nostri due protagonisti si mescola quasi in simbiosi con i tratti di un paese intero che allo stesso modo non sarà più lo stesso, una perdita di innocenza diversa, ma forse anch’essa inevitabile. - crediti non contrattuali - La parabola del cinema che , per evitare il fallimento , è costretto a “modernizzarsi” è metafora - e forse involontaria premessa - di un qualcosa che verrà. Il protagonista che si innamora con sana innocenza e con vero slancio romantico della pornostar è un omaggio ai sentimenti puri, all’incanto, alla passione per la vita e forse anche all’amore per il cinema (lo è sicuramente l’epilogo in cui Tiberio per la prima volta fa l’amore con l’innamoratissima Marika proprio in quel luogo prima sacro e poi profano). Ora che lo vedo realizzato credo sia un film puro, sincero, pieno di vita, in cui ci si affeziona all’epopea della nostra famiglia neo piccolo - borghese, alla sua ingenuità, ai suoi credo così convinti e così ormai desueti e soprattutto al p ercorso di crescita così poetico e innocente di Tiberio. Un film che ha grandi interpretazioni e attori perfettamente in parte, dove si ride e ci si commuove, dove chi ha una certa età ricorderà forse con un po’ di nostalgia e chi è giovane e giovanissimo scoprirà un mondo e un modo di crescere e di avvicinarsi al sesso ormai quasi inconcepibile. Questo credo sia anche un grande valore culturale di questo progetto, la possibilità di ridare dignità e romanticismo alla scoperta del sesso, un passaggio per i giovanissimi che oggi è fin troppo immediato e scontato, quasi mai collegato veramente all’amore ; in questo senso l’innamoramento così improbabile di Tiberio per Milly d’ I talia penso possa dare un nuovo punto di vista e un modo diverso di concepire un pass aggio così importante della vita. Insomma per dirla alla Spinelli : “E' per vedere le cose più belle che spesso chiudiamo gli occhi.”
LUCA LUCINI