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VIVA VIVIANI - Su Sky Arte e NOW il documentario dei fratelli Martone


VIVA VIVIANI - Su Sky Arte e NOW il documentario dei fratelli Martone
Domenica 12 marzo 2023 alle 21.15 su Sky Arte e in streaming su NOW, arriva il documentario “Viva Viviani” di Mario e Stefano Martone, che ricostruisce l'universo artistico e umano di uno dei maggiori drammaturghi italiani del ‘900.

«Raffaele Viviani non ha ancora avuto il pieno riconoscimento che merita». Questo il motore che ha spinto i Martone, pronipoti dell’artista originario di Castellammare di Stabia, ha realizzare questo documento.

La ricomposizione si sviluppa a partire dalla sua opera, che segna una netta discontinuità con il teatro precedente e introduce personaggi ed elementi profondamente innovativi. I suoi testi, che ambienta nei vicoli e nelle piazze di Napoli, sono ricchi di gente di strada che fungono da metafora universale. Seguendo un filo ideale tra passato e presente, emerge il ritratto di un artista poliedrico e originale e di una città contraddittoria, scena del mondo.

Prodotto da Nephila Film, con il contributo di Regione Campania, Film Commission Regione Campania e Ministero della Cultura, l’opera è arricchita dai preziosi archivi della Cineteca di Bologna, della Rai, dell’Eye Museum, dalle lettere inedite di Raffaele alla moglie Maria, e dalle testimonianze di importanti esponenti del mondo della cultura nazionale e internazionale legati all’opera di Viviani, come Alfredo Arias, Mimmo Borrelli, Davide Iodice, Mario Martone, Nello Mascia, Toni Servillo, Giuliano Longone Viviani, Valentina Venturini.

«È il più grande autore del Novecento, uno dei più grandi in Europa», esordisce Borrelli. Per Martone «c’è una grande potenza politica nel teatro di Viviani». «Se si dovesse aggiungere un testo a Chaplin, questo testo dovrebbe scriverlo Viviani», ha spiegato Arias. Servillo sostiene che «ciò che caratterizza molto la figura di Viviani è questa dimensione di lottatore».

La narrazione, scandita dalla voce narrante di Paolo Cresta e accompagnata dagli arrangiamenti musicali di Maria Pia De Vito, viene intervallata da scene di vita quotidiana dei nostri giorni, a testimoniare la contemporaneità del teatro di Viviani, e da estratti di messe in scena da “Zingari” ai “Dieci Comandamenti”, da “Napoli notte e giorno” a “Io, Raffaele Viviani”.

«Ciò che all’inizio ci ha più colpito è il carattere marcatamente documentaristico del teatro di Viviani, quasi sempre ambientato all’aperto. Il suo è uno sguardo dal basso - che non giudica e non offre facili soluzioni - sulla miseria del popolo napoletano. Il punto di vista degli esclusi e degli emarginati ai quali restituisce con la sua poetica la dignità e lo spessore che meritano a dispetto di qualsiasi interpretazione folkloristica», spiegano gli autori che hanno approcciato al grande autore da una prospettiva privilegiata.

«Quando nostro padre ci parlava di Viviani lo chiamava semplicemente Il Nonno. La casa del Corso Vittorio Emanuele è uno dei luoghi in cui siamo cresciuti. Da ragazzini, abbiamo giocato nel giardino e attraversato con timore il parquet scricchiolante del suo studio, che evocava immagini d’altri tempi. La domenica seguivamo distratti i racconti familiari ma solo molto più tardi, da adulti, abbiamo cominciato a riscoprirlo, a comprenderlo e a sentirci più vicini a lui. Pian piano è nato il desiderio di raccontarlo».

Nonostante sia apprezzato dal pubblico di tutta Italia e anche in diverse parti del mondo, nonché dai critici, non ha ancora avuto il pieno riconoscimento che merita. «Ciò perché adotta nel suo teatro una lingua napoletana antica, aspra e senza concessioni, spesso percepita come una barriera difficile da valicare. Ma soprattutto perché Viviani mostra senza pietismi, evidenziando la straordinaria vitalità di un popolo oppresso, le ferite e le piaghe di una città dolente, i demoni della miseria e della fame che vogliamo esorcizzare», concludono Mario e Stefano Martone.

Riscoprire la figura di Raffaele Viviani oggi è dunque importante per affinare lo sguardo su un’umanità sofferente. E per dare il giusto riconoscimento a un autore che Dario Fo ha definito un “personaggio gigantesco del nostro teatro”.

08/03/2023, 18:15