PRIMADONNA - La rivoluzione di una donna qualunque
La storia della prima donna che ha avuto il coraggio, nella Sicilia degli anni '60, di opporsi alla tradizione e rifiutare il "matrimonio riparatore" accusando in tribunale il suo stupratore, andava raccontata.
Marta Savina lo aveva già fatto anni fa nel corto "Viola, Franca", e ora con "
Primadonna" ripete l'esperienza sul lungo, sempre affidandosi al talento e alla capacità espressiva di
Claudia Gusmano, che regge sulle sue spalle una produzione a bassissimo budget sopperendo, grazie alla sua versatilità, ad ogni eventuale mancanza.
La giovane Lia vive con i genitori e il fratellino in un paesino siculo "dominato" dalla famiglia Musicò, il cui figlio mette gli occhi sulla ragazza e prova a sedurla. Nel non trovare un'immediata resa da parte sua, si convince di dover seguire la macabra tradizione e prova con la forza. Ma quando Lia sembra non avere altre possibilità, tutto cambia.
Girato con tanto cuore e pochissime risorse, "
Primadonna" risente inevitabilmente del contesto in cui è stato girato pur avendo nel cast attori e attrici di qualità (in ruoli minori, Dario Aita e Francesco Colella convincono, un po' meno forse il comunque bravo Fabrizio Ferracane mentre appare sprecata Thony).
Una messa in scena curata ma minimale, ritmi che nella prima parte sono un po' troppo lenti ma che sanno crescere con il procedere delle vicende e un valore sociale fortissimo: se Gusmano è il motivo primario per vedere "
Primadonna", restano numerose comunque le qualità di questo film, uscito quasi in sordina ma sicuramente da non trascurare.
10/03/2023, 11:14
Carlo Griseri