Note di regia di "Sbagliando S'Inventa"
Ho deciso di raccontare la storia di Mario, storia costellata di elementi attinti da un immaginario rodariano, attraverso l’uso esclusivo delle immagini dell’Archivio Luce. Il primo elemento rodariano è l’utilizzo delle favole al telefono, episodio che apre la narrazione. La visone è sostenuta da immagini di bambini alla scoperta del mondo degli adulti, creando un immaginario fantastico e immaginifico. Quindi la visione di bambini che si sentono bambini e scoprono il mondo come dei bambini. Durante questa prima macro sequenza, l’immaginario è ulteriormente sottolineato dall’utilizzo della grafica e dell’animazione. La narrazione della favola innesca in Mario un flusso di coscienza appena attaccato il telefono. Questo voice over è il nocciolo strutturale del progetto ed è il secondo elemento tipicamente rodariano perché la scrittura è ripresa ed ispirata alla grammatica della fantasia. La visione ancora influenzata dalla favola ha un’immaginario simile a quello precedente, ma con le prime interferenze e incursioni di immagini della ricostruzione dell’Italia nel dopoguerra. Le incursioni corrispondono all’introduzione narrativa della figura di Amedeo, amico e compagno di avventure, che viene sostenuta da immagini della speranza condivisa: bambini che giocano nei lotti, mangiafuoco, giocolieri per strada. Quindi la visione di adulti che si avvicinano all’immaginario dei bambini. Il punto di svolta narrativo avviene con la partenza di Amedeo e la delusione di Mario, cambia notevolmente anche il registro visivo. Le immagini del dopoguerra s’infittiscono e s’intristiscono, iniziamo a vedere dei bambini che sono costretti a lavorare con i genitori, a cui viene tolto il diritto di giocare. La visione passa da adulti bambini a bambini adulti. La conclusione si snoda nella narrazione con la presa di coscienza di Mario: si rende conto che la vera mancanza della sua vita è la mancanza di un amico. La visione è sostenuta da nuove incursioni, si ritorna all’immaginario iniziale. I bambini tornano a fare i bambini, a giocare, a divertirsi. Il nostro protagonista, Mario, legge la sua prima favola al telefono “Tante domande” e il cerchio narrativo e visivo si chiude.
Alice Sagrati