Note di regia di "Evelyne tra le Nuvole"
“Evelyne tra le nuvole” è una “commedia sofisticata”, che ha per tema la comunicazione in senso lato... quindi anche l’apertura alle varie nuove tecnologie, senza rinunciare a tutto ciò che è radicato nel territorio ed è diventato un’eredità da difendere, un patrimonio da non disperdere. A volte l’amore e la protezione delle tradizioni e del territorio possono coincidere anche con il rispetto per la cultura, senza voler dire chiusura al nuovo, ma piuttosto apertura a innovazioni che abbiano un senso. Credo che questo film sia in qualche modo un film “green” in senso assoluto, perché si parla di rispetto per il territorio, per l’ambiente, ma si evocano anche madri e nonne che hanno trasmesso culture e saperi come quello della nostra protagonista per le erbe. Sofia riesce ad affascinare i suoi ospiti con i suoi racconti… È una “cantastorie” che coccola le sue mucche a suon di musica e le accarezza con un buffo marchingegno che contribuisce a produrre un latte ancora più buono! Tratta le sue creature come fossero sue figlie, chiamandole per nome e curandole quando si ammalano... Presta attenzione alle fasi lunari anche per la loro alimentazione. Discute però anche di energia eolica o di bioedilizia, perchè è una moderna donna imprenditrice. Le sue ricette ma anche i luoghi accompagneranno sempre la vita dei suoi amici, a cui in fondo lei, nella sua semplicità, ha trasmesso di fatto cultura, un valore a cui non si può rinunciare. L’intenzione è quella di raccontare un mondo arcaico, ma anche attuale, dando però a entrambe le parole il giusto senso e significato, mai appunto di chiusura, ma piuttosto di crescita e di conoscenza, di approfondimento. È fondamentale affiancare ai protagonisti italiani interpreti di altre nazionalità. Raccontare il loro sguardo straniero, le ragioni che li spingono a venire qui, a cercare il silenzio e la pace e a scoprire un’Italia poco raccontata… Il tono vuole essere quello leggero e ironico di una commedia che sia europea, non solo italiana, vicino allo spirito e allo stile di alcuni film inglesi o francesi quali “Calendar Girls” o “L’erba di Grace” piuttosto che “La famiglia Bèlier” o “50 primavere”. La fotografia ha toni caldi e l’uso di alcuni effetti serviranno a sottolineare la bellezza e la “magia” dei luoghi di ripresa in cui la pietra di Bismantova avrà il ruolo di regina. La realtà viene dipinta con colori e tinte “estremi”, un modo di vedere il mondo in cui le emozioni ogni tanto ci concedono di dimenticare la razionalità.
Anna Di Francisca