Note di regia di "Io e Mio Fratello"
Con Io e mio fratello volevo realizzare una commedia divertente, romantica, ma senza perdere uno sguardo puntuale sulla contemporaneità. Molti dei protagonisti non sono neanche trentenni e questo è uno degli aspetti che ho trovato più interessante: raccontare lo stato d’animo di una generazione che per certi versi non ha precedenti, cresciuta con una costante connessione con tutto e con tutti, con mille possibilità e mille risorse e che forse proprio per questo si trova più facilmente a sbagliare scelte, ad avere dubbi, a non capire chi è e, soprattutto, chi vuole diventare. Parlo di amore, di famiglia, di lavoro, di sesso, di valori, di sogni: nella nostra storia c’è tutto questo. La speranza è quella di essere riusciti a rendere il film anche visivamente molto impattan te, una commedia elegante, ambienti curati che raccontano con l’enfasi del cinema la realtà: la differenza fra la partenza milanese e l’ambientazione di una grande metropoli con una piccola realtà locale calabrese è già di per sé un interessante contrasto, fotografico, scenografico, paesaggistico . L o è per i costumi, per i volti ; lo è per il lessico e per l’atteggiamento. Il nostro spettatore è portato per mano in questo viaggio verso una nuova consapevolezza di Sofia, di Michela, di Mauro. Ho curato una re gia al servizio della recitazione e degli stati d’animo. T utti i rapporti fra Sofia e Michela, fra Michela e Mauro e fra Mauro e Sofia sono descritti seguendo le vicende emotive con l’utilizzo delle ottiche : sono gli unici personaggi a cui ho dedicato dei primissimi piani e dettagli molto stretti, proprio per essere lì con loro e condividere la loro emozione, le loro mani, gli occhi, le lacrime, i mezzi sorrisi, gli ammiccamenti, le gioie, i dolori. La macchina da presa con i nostri protagonisti è più viva , a mano, imprecisa, “ nervosa” ; con qualche sfocatura nei momenti più tesi, più morbida, delicata e avvolgente in quelli più romantici. Il S ud è descritto con molti dettagli : lo vediamo con gli occhi di Sofia, pian piano tutto le si avvicina simbolicament e e torna parte del suo sguardo. All’inizio il ritorno è quasi “distaccato”, ma un poco alla volta gli oggetti della casa, l’uva della vigna, il cibo, le foto di famiglia, i soprammobili, torna tutto a essere più “suo”. In ogni oggetto c’è della storia e p er lei è un ricordo importante. Lo è anche per Mauro, come per tutta la famiglia, e l’insieme di questi dettagli aiuterà lo spettatore a entrare in sintonia con la giusta dimensione emotiva di Sofia. In questo senso, anche il lavoro di scenografia è stato molto importante ed estremamente creativo . I l considerare la Calabria vera e propria co - protagonista importante della storia è stata una scelta molto giusta: abbiamo, infatti, usato delle lenti anamorfiche che hanno reso un’immagine della di questa terra davvero inedita e bellissima.
Sofia è irrequieta, anarchica, istintiva, spesso eccessiva, è emotiva (a modo suo), scostante ma in fondo anche fragile, è un personaggio che sembrerebbe molto determinato nel “non” sapere cosa vuole, e questo viene fuori nella casa che condivide con Alessandro, nella sua stanza di Milano, nel suo modo di vestire, nella sua valigia, nel suo modo di stare seduta, nel suo modo di ascoltare la musica...e così via. Michela è più riflessiva, sognatrice, a volte passiv a perché la sua velocità, quella della natura, non concilia con quella della società di oggi: è ecologica e a impatto zero, ama la vita e tutto ciò che c’è dentro e, per certi versi, è più determinata e meno fragile di Sofia. La loro complementarità è stat a esplosiva e magnetica durante un determinato momento della loro maturazione e le ha legate indissolubilmente, prima con l’amore, ora con l’amicizia. Mauro invece è una vittima delle maschere che spesso la famiglia ci mette addosso : si è trovato imprendit ore senza né saperlo fare né volerlo essere, ha sempre sacrificato s e stesso per gli altri, per non deludere nessuno. È come se tutto ciò che ha, dai vestiti all’arredamento della stanza, fosse scelto da altri per lui o non fosse proprio scelto. Per certi versi, la sua è la trasformazione più importante dei tre e la sua personalità viene fuori per gradi. Gli altri personaggi hanno dato veramente una forte caratterizzazione al film e, grazie alla bravura dei loro interpreti, sono riusciti a farlo senza mai e ssere né grotteschi né macchiette : da zia Tecla a Bernardo, da Alessandro alla fantastica mamma interpretata da Lunetta. Hanno tutti regalato delle grandi prove da attori. Concludendo, la sfida del film è quella di coinvolgere il pubblico raccontandogli una storia di sentimenti contemporanea e originale, dove abbiamo calcato la mano senza paura, da una parte sull ’ a spetto emotiv o e psicologic o dei nostri protagonisti, dall’altra sul tono leggero di commedia famili are. Come tutte le commedie riuscite, questo film ha l’ambizione di divertire ed emozionare ma facendo riflettere, lasciando, si spera, anche un interessante documento in grado di raccontare in modo credibile il nostro tempo.
Luca Lucini