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Note di regia di "Billy"


Note di regia di
Con questa storia sento il bisogno di esprimere il percorso di cambiamento che una perdita può indurre. Di come la fine renda la vita preziosa e come la persona che se ne va lasci un tesoro. Che la morte fa parte della vita, che la tristezza e la felicità devono coesistere per formare un’esistenza piena.
Ci vuole impegno per trasformare le avversità e i propri errori in qualcosa di buono, e bisogna impegnarsi per essere felici. Il primo passo per essere felici (o anche solo avvicinarsi a un'idea di felicità) è cercare di far pace con se stessi e con quegli aspetti di noi che resistono al cambiamento che vorremmo.
L’aspirazione di questo progetto è che possa essere divertente per il suo passo di commedia e colori vividi, in un nord Italia ricco di contraddizioni, investito da un presente fatto di economia e speculazioni a cui l’umanità e i sentimenti dei personaggi non si adattano, rimanendo ricchi di un carattere personale e identificativo.
Viviamo in un momento in cui si avverte che le risorse stanno finendo, i cambiamenti sono forti e le certezze quasi nulle. Ma è anche il momento in cui, più che mai, esce tutto il nostro spirito di sopravvivenza. Un’avventura corale vissuta attraverso la crescita di un ragazzo e i passaggi naturali che questa comporta. Un coming of age contemporaneo e fuori dal comune, in cui sono quasi più gli adulti a cercare, e trovare, una guida nei ragazzi.
Una provincia contemporanea di contraddizioni che fa da specchio ad una gioventù in confusione.
Una popolazione fatta di famiglie disgregate e solitudini che cercano di sopravvivere ognuna a proprio modo. Apparentemente un non-luogo, dove invece nascono sentimenti umani forti ed estremamente radicati in una sorta di postmodernismo di provincia.
Non è un’Italia da cartolina, ma è pur sempre estremamente fotogenica. È un’Italia di difetti e speranze, di coraggio e spregiudicatezza. Un paese che sembra essere sempre al limite, che rischia di non farcela, che è costantemente ad un passo dal precipizio, ma che in realtà non si arrenderà mai. Perché non è nella sua natura. E nemmeno in quella dei suoi abitanti.

Emilia Mazzacurati