IRISH FILM FESTA 14 - Dal 25 al 28 maggio
Dal 25 al 28 maggio ritorna l'appuntamento con
Irish Film Festa, il festival dedicato al cinema e alla cultura irlandese, ospitato alla Casa del Cinema di Roma e capace di proporre un'ampia selezione di lungometraggi e cortometraggi e incontri con i cineasti, tutti a ingresso gratuito.
«Il 2023 si è rivelato l’anno della consacrazione internazionale del cinema irlandese e in lingua irlandese, con l’epocale candidatura agli Oscar di The Quiet Girl. Il cortometraggio An Irish Goodbye, già vincitore di IRISH FILM FESTA nel 2022, è stato recentemente premiato anche con il BAFTA e con l’Oscar. E il 2023 è anche l’anno in cui gli attori irlandesi hanno fatto incetta di nomination senza più essere definiti britannici» fa notare Susanna Pellis, direttore IFF, che prosegue: «In molti si stanno finalmente accorgendo di questa piccola cinematografia e dei suoi tanti, grandi talenti: noi di IRISH FILM FESTA ci avviamo alla quattordicesima edizione soddisfatti, ma per niente sorpresi».
I principali titoli in programma
Nell’ambito del focus sul cinema in lingua irlandese il festival renderà omaggio allo straordinario successo internazionale di The Quiet Girl (An Cailín Ciúin), primo film as Gaeilge (ossia in lingua irlandese) a ricevere una candidatura all'Oscar. Saranno presenti in sala il regista Colm Bairéad e la produttrice Cleona Ní Chrualaoí.
In irlandese è recitato anche Tarrac di Declan Recks, storia di riconciliazione familiare e rivalsa sportiva ambientata nel mondo del canottaggio su Naomhóg, un'imbarcazione tipica della regione del Kerry. Attesi al festival il regista Recks e lo sceneggiatore Eugene O'Brien, gli attori Lorcan Cranitch (The Dig, Róise and Frank) e Cillian O’Gairbhi (Foscadh). Nel cast riconosciamo anche Kelly Gough (The Fall) e Kate Nic Chonaonaigh (The Quiet Girl).
Fra i lungometraggi spicca Aisha, il lavoro più recente di Frank Berry. Berry è uno degli autori più amati da IRISH FILM FESTA, dove ha già presentato i suoi I Used to Live Here (IFF 2016) e Michael Inside (IFF 2019). Da sempre attento a temi di forte rilevanza sociale, in Aisha racconta le difficoltà di una giovane donna nigeriana che, arrivata a Dublino come richiedente asilo, si scontra con la burocrazia del sistema di gestione dell’immigrazione. Accanto alla protagonista Letitia Wright (Black Panther, Small Axe) troviamo Josh O’Connor (The Crown, God’s Own Country) e gli irlandesi Stuart Graham, Denis Conway, Ruth McCabe, Lorcan Cranitch e Tara Flynn. Aisha ha recentemente vinto due premi IFTA (Irish Film & Television Academy) per la miglior regia e la miglior sceneggiatura.
In anteprima italiana sarà poi presentato – in collaborazione con DNC Entertainment Factory e RaiPlay – il film drammatico The Sparrow, esordio alla regia di Michael Kinirons, già sceneggiatore di Strangerland. Il film vede come protagonista un adolescente (interpretato dall’esordiente Ollie West) con una famiglia disfunzionale, all'interno della quale vive un forte senso di colpa legato ad una perdita. Il film è ambientato nel villaggio di pescatori di Baltimora, nel West Cork, e nei suoi dintorni. David O’Hara (Some Mother’s Son), Eanna Hardwicke (Vivarium), Isabelle Connolly (Creature di Dio), Aisling O’Sullivan (Il segreto), Dara Devaney (Arracht) e Mark O’Halloran (Adam & Paul) affiancano sullo schermo Ollie West. The Sparrow ha vinto il premio per la migliore opera prima al Galway Film Fleadh 2022.
IRISH FILM FESTA celebra tutti gli anni un classico (Irish Classic) e in questa edizione, a vent'anni dalla sua uscita in sala, si tratterà di Veronica Guerin, con protagonista Cate Blanchett, vincitrice di due premi Oscar e candidata per ben otto volte. Diretto dallo statunitense Joel Schumacher, Veronica Guerin racconta la storia vera della giornalista dublinese assassinata nel 1996 a seguito delle sue inchieste sul narcotraffico. Nel cast troviamo inoltre Gerard McSorley, Ciarán Hinds, Brenda Fricker e un giovane Colin Farrell. Il festival vuole in questo modo omaggiare anche il co-produttore James Flynn, figura di spicco dell’industria cinematografica irlandese, scomparso lo scorso febbraio a soli 57 anni. Ha prodotto film quali Le ceneri di Angela, Il conte di Montecristo, Ondine, fino a Gli spiriti dell'isola (tra i più acclamati dalla critica nel corso del 2022 e candidato a nove premi Oscar), oltre alle serie tv The Tudors e Vikings. Era stato ospite delle prime edizioni di IRISH FILM FESTA.
L’edizione 2023 di IRISH FILM FESTA testimonia la vivacità del cinema irlandese contemporaneo anche per la varietà dei generi: alcuni esempi sono la commedia horror Let the Wrong One In di Conor McMahon, ambientata in una Dublino sotto attacco vampiresco, o il bromance Sunlight, che la regista esordiente Claire Dix definisce «un film sull'amicizia maschile realizzato da donne». Il protagonista Barry Ward, più volte ospite del festival (Maze, Extra Ordinary), tornerà alla Casa del Cinema per un incontro col pubblico.
Fra i documentari in programma, in un festival che ha sempre avuto un'attenzione speciale per il mestiere dell'attore, ci sarà The Ghost of Richard Harris, passato all'ultima Mostra Internazionale d'arte Cinematografica di Venezia e dedicato alla vita e alla carriera del grande interprete originario di Limerick, scomparso nel 2002.
Il regista Adrian Sibley ha scelto di raccontarlo attraverso le parole dei suoi figli e con filmati d'archivio. Harris, che veniva definito un hellraiser per il suo stile di vita sregolato, ha lavorato per oltre cinquant'anni, interpretando film come Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni (Leone d’Oro al Festival di Venezia, miglior attore a Cannes), i primi due film della saga di Harry Potter e venendo nominato all'Oscar due volte (con Io sono un campione di Lindsay Anderson nel 1963 e con Il campo di Jim Sheridan nel 1990). Ha interpretato inoltre La Bibbia, Uomo bianco va’ col tuo Dio, Cassandra Crossing, I cannoni di Navarone, Gli ammutinati del Bounty, Giochi di potere, Gli spietati, Il gladiatore e molti altri film. Il documentario che lo ricorda utilizza inoltre i contributi di Vanessa Redgrave, Jim Sheridan e Russell Crowe.
Ad introdurre la proiezione sarà Barry Monahan, docente di Film Studies dell’Università di Cork, la quale ha recentemente ricevuto in dono da parte della famiglia Harris l’ampio archivio dell’artista contenente fotografie, lettere, oggetti e scritti personali.
Con How to Tell a Secret ci avviciniamo invece all’esperienza di chi convive con una diagnosi di infezione da HIV: i registi e Anna Rodgers e Shaun Dunne scelgono una forma ibrida tra documentario, fiction e performance teatrale (la sceneggiatura è tratta da una pièce dello stesso Dunne). Sarà presente alla proiezione la produttrice Zlata Filipovic.
L'industria cinematografica irlandese attrae sempre più spesso professionisti di diversa provenienza geografica: è il caso di My Sailor, My Love, co-produzione tra Irlanda e Finlandia diretta da Klaus Härö e girata sulle coste di Achill Island, già location di The Banshees of Inisherin (Gli spiriti dell’isola) di Martin McDonagh. In My Sailor, My Love, James Cosmo (Il Trono di Spade, Troy) e Bríd Brennan (Shadow Dancer, Brooklyn) sono i protagonisti di un’inaspettata storia d'amore tra due anziani vedovi: lui è un ex capitano di mare e lei la sua governante.
L’unico film di co-produzione nordirlandese di questa edizione è Ballywalter, ambientato nell'omonima cittadina nei pressi di Belfast, e diretto dall’esordiente inglese Prasanna Puwanarajah, nato nel Suffolk da genitori originari dello Sri Lanka. Seána Kerslake (tra le attrici di punta della nuova generazione, la ricordiamo in A Date for Mad Mary) e Patrick Kielty (comico nordirlandese molto noto, qui al suo esordio cinematografico) sono i protagonisti di un dramma venato di umorismo sull’improbabile legame tra una giovane tassista, rientrata a Belfast dopo il fallito tentativo di sistemarsi a Londra, e un aspirante stand-up comedian che si è rifugiato a Ballywalter dopo il divorzio.
Nella sezione in lingua irlandese troviamo inoltre i cortometraggi in concorso Big Griff: Lánchúlaí, documentario che Nathan Griffin dedica a suo zio Martin, considerato uno dei migliori giocatori di calcio gaelico del Donegal, e Uilíoch (Universal), progetto studentesco del giovane Seosamh Mac Seoin. E ancora, fuori concorso, il festival ripropone il cortometraggio d’animazione An Béal Bocht (The Poor Mouth), quale omaggio al regista Tom Collins, scomparso lo scorso anno: figura chiave del cinema irlandese, attivo fin dagli anni ottanta sia come produttore che come autore, originario di Derry.
Il cortometraggio HYFIN di Seán Mullan, prodotto da Netflix nell’ambito del suo Documentary Talent Fund, traccia un ritratto di un giovane rapper di Derry: si può fare rap con l’accento nordirlandese? Jordan-Lee Brady-James, in arte HYFIN, dimostra di sì.
15/05/2023, 17:45