Note di regia di "Loop"
Sono convinto che l’arte sia l’antidoto più efficace contro la banalità del male, ed è per questo motivo che ho deciso di realizzare un’opera cinematografica sul bullismo. Per farlo ho scelto di utilizzare l’impianto fantascientifico del “loop”, in questo caso mostrare lo stesso giorno che si ripete, poiché lo reputo adatto a trasmettere la condizione di prigionia che, a mio avviso, attanaglia il bullo. Egli si ritrova intrappolato in un ciclo ripetitivo di comportamenti distruttivi che gli causano sofferenza interiore e lo allontanano dalle relazioni sane e positive. Tuttavia, questo loop di violenza non è solo dannoso per le sue vittime, ma anche per sé stesso. Infatti, quando si perpetua la prepotenza, si crea un’abitudine che diventa sempre più difficile da rompere. Si diventa schiavi di sé stessi, dei propri drammi e frustrazioni, che sfociano nella ripetizione sistemica di azioni ostili nei confronti dei più deboli. La storia vuole puntare la luce sulla banalità di questo fenomeno, sul tempo sprecato a seminare terrore e sofferenza nelle persone, quando ci si dovrebbe invece concentrare su nobili obiettivi. Ciro dovrebbe sfruttare il suo talento artistico per diventare uno dei writer più rispettati della città, ottenendo l’ammirazione delle persone attraverso la sua creatività, piuttosto che attraverso l’uso della violenza e della paura.
Luigi Russo