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VENEZIA 80 - "Panico", Dario Argento si
racconta dalla stanza di un hotel


Simone Scafidi realizza un ritratto a più voci del Maestro del Terrore, che si confida anche in prima persona.


VENEZIA 80 -
Dario Argento non è mai stato invitato con un suo film alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

In una recente intervista a Repubblica, si leva questo sassolino dalla scarpa: “E’ una cosa che mi ha molto offeso, ancora oggi lo sono. Non glielo perdono”. Al Lido per fortuna il maestro dell’horror italiano sarà protagonista quest’anno del bel documentario dal titolo Panico, diretto da Simone Scafidi e distribuito da Midnight Factory (prossimamente in uscita).

Per capire l’importanza internazionale dell’opera di Argento, basta ascoltare le interviste di Guillermo del Toro, Nicholas Winding Refn e di Gaspar Noé, presenti nel doc. Per quasi tutti i registi di genere della “nuova onda”, Argento è stato un maestro, un ispiratore ed un faro da seguire. Scafidi ci accompagna nella stanza misteriosa di un hotel, dentro il quale Argento si è ritirato per completare la scrittura di Occhiali Neri, il suo ultimo film.

Il regista di "Profondo Rosso" ci racconta che ogni suo film è sempre stato scritto nel chiuso di una stanza di un albergo; è l’ambiente silenzioso, asettico e quasi monacale ideale per avere delle buone idee da mettere in sceneggiatura. Ed è proprio da questa stanza segreta, in un luogo quasi noir che Scafidi compie la sua immersione psicoanalitica nel cinema di Argento. Si comincia dall’influsso della madre, Elda Luxardo, grande fotografa delle dive.

E’ proprio nello studio fotografico della mamma che il piccolo Dario ha i primi sogni erotici, osservando i volti e le forme di donne fragili ma anche combattive, che poi ritorneranno in tutti i suoi film. Ci sono anche la sorella Floriana, l’ex moglie Marisa Casale e le amate figlie – muse, Asia e Fiore. Il cinema denso e profondo di Argento deve poi molto alla psicoanalisi di Freud, e Scafidi si conferma in questo lavoro, non solo un ottimo regista di biopics ( Fulci e Dante Virgili ) ma anche un esperto psicoterapeuta per cineasti complessi.

C’è molto surrealismo nel dialogo tra i due registi; la scoperta del cinema di genere con la visione del Fantasma dell’Opera, in una visione infantile, sembra un episodio della vita di Breton o di Luis Buñuel. Anche la scelta dei titoli dei film con i nomi degli animali, consigliata da un misterioso mago, sembra uscita dalla penna di Alejandro Jodorowsky. Tutto il documentario è poi commentato dai più stretti collaboratori di Argento; tra i tanti Luigi Cozzi, Michele Soavi, lo sceneggiatore Franco Ferrini, fino ad arrivare a Lamberto Bava. Uno splendido omaggio ad Argento questo Panico, pieno di materiali ed interviste inedite, una vera chicca per i fan ma anche per i neofiti. L’ultima inquadratura del documentario è centrale, fissa su un Argento che si apre con un sorriso dolce di uomo anziano, come di una persona finalmente liberata dai fantasmi e dagli incubi che per tutta la carriera ha cercato di riversare sulla carta e sullo schermo.

02/09/2023, 17:00

Duccio Ricciardelli