ENZO JANNACCI - "Vengo anch'io" per riscoprirlo
Si ride, si canta, ci si commuove, si ricorda: guardando "
Enzo Jannacci Vengo Anch'io" di Giorgio Verdelli le emozioni si susseguono e i 97 minuti di visione scorrono senza quasi accorgersene, tali e tante sono le canzoni, le invenzioni, le testimonianze raccolte e riproposte in serie.
Proposto fuori concorso in anteprima mondiale alla Mostra del cinema di Venezia, il documentario di Giorgio Verdelli fotografa un irregolare genio della canzone e del cabaret, capace anche di lavorare con grandi del cinema come Ferreri e Monicelli (ma, spiega chiaramente in una delle interviste di repertorio raccolte, non ha mai amato molto i meccanismi "spezzettati" del set).
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Vengo anch'io" non è solo un montato di sketch come spesso la televisione italiana sa offrire, registrando sempre ottimi risultati di pubblico: il legame con la città di Milano, i ricordi di colleghi ed eredi (più o meno potenziali), le parole del figlio Paolo che così tanto lo ha seguito e così tanto gli assomiglia, nella fisionomia e nel tono di voce. Queste cose e molte altre aumentano il valore di quanto scorre sullo schermo, e risate e lacrime si alternano nel pubblico come in ogni grande composizione (mai abbastanza rivalutata) del cantautore Jannacci, capace di essere pari di talenti come Gaber, Fo, De André...
Il suo sguardo stralunato e la sua umiltà lo hanno forse fatto sembrare meno "grande" di quanto fosse: Verdelli rimette le cose a posto, e a dieci anni dalla sua scomparsa immortala Jannacci una volta per tutte. Un genio, un artista, un uomo da non dimenticare.
10/09/2023, 09:00
Carlo Griseri