Note di regia di "Imma Tataranni - Sostituto Procuratore 3"
La terza stagione è sempre un po’ quella della maturità. Giunta sin qui, si può dire che Imma sia diventata adulta. Eppure, nonostante la maggiore età e una certa consapevolezza dell’orizzonte drammaturgico e visivo in cui ci muoviamo, il progetto Tataranni resta sempre dinamico, pieno di sorprese, grandi amori, intuizioni improvvise, cambi di programma, ispirazione che ti viene lì al momento e cancella una pianificazione di settimane che pareva consolidata.
La funzione principale del regista, in una fiction ormai “tradizionale”, è fare in modo di sottrarre attori e troupe dal rischio della routine. Cambiare prospettiva, non piegarsi alla banalità, alla ripresa anonima, anche un po’ “non accontentarsi”, e non ascoltare chi dice che “tanto il pubblico ormai vi segue a prescindere” (quelli, oltre a essere pericolosi, credo che portino anche un po’ sfiga). Io cerco di stimolare i miei collaboratori - gli attori in primis, logicamente - affinché non diano per scontato di conoscere tutto del loro lavoro: di una location come di un personaggio o di una relazione tra i personaggi. Mi aspetto da tutti che mi propongano - nella continuità - cose nuove e sorprendenti. Perciò credo che Imma sia arrivata così in là con gli anni… in ogni film c’è una forte necessità di ricerca creativa.
Imma Tataranni, per un regista, è una specie di luna park, è una straordinaria piattaforma di sperimentazione. Solo in Rai si trovano tali condizioni di libertà e fiducia. Il meccanismo di sviluppo di un progetto Rai spinge un gruppo a fare squadra. Grazie al confronto continuo con Alessandra Ottaviani, Daniela Troncelliti e Francesco Nardella, grazie all’attenzione e la cura che i produttori Beppe Caschetto e Anastasia Michelagnoli non hanno smesso mai di avere per il progetto, il regista si sente al sicuro, al riparo dal rischio di scivolare negli stereotipi, o di perdere il controllo della storia.
L’attenzione per i dettagli incide anche e soprattutto nella scelta più importante che - assieme a Rai e produzione - siamo chiamati a fare: quella degli interpreti.
Sono molto orgoglioso di avere quest’anno, tra gli attori della terza stagione, la splendida Sara Drago. Oltre a lei, tra i nomi di prestigio, Nunzia Schiano, Betti Pedrazzi, Antonio Petrocelli, e tra quelli emergenti Michele Savoia, Gaetano Colella, Raffaele Braia, Aurora Peres, Francesco Patanè, Giordano Agrusta, e i giovanissimi Luca Massaro e Giovanni Scotti.
Da regista veterano di Imma Tataranni, ritengo importante segnalare come il lavoro del mio collega Kiko Rosati, che firma le serate 2 e 3, oltre a essere pregevole nella forma, ha il pregio di risultare del tutto organico con l’estetica che fino ad ora ha caratterizzato l’universo tataranniano.
Sembra facile…
Francesco Amato
Approcciare la terza stagione di una serie di successo come Imma Tataranni ,da regista non è stato facile, ti viene chiesto di lasciare intatti tutti gli elementi che hanno costruito le prime due stagioni ed allo stesso tempo di portare il tuo punto di vista.
In questo caso il mio ingresso è stato abbastanza facile sia per il gruppo di attori affiatatissimi e in continua crescita sia per la produzione sempre presente e collaborativa.
Per me è stata una nuova esperienza, un tipo di serie che non avevo mai approcciato ma che mi ha completato come regista.
Ho trovato molto stimolante muovermi tra i diversi generi che questo progetto contiene al suo interno, la commedia, il crime e il family, un intreccio di emozioni diverse da far convivere e funzionare.
Un’altra cosa che mi ha facilitato il compito è stata sicuramente la scrittura, ormai rodata e sempre precisa.
Tutti questi elementi insieme mi hanno permesso di essere il più̀ onesto possibile con lo spettatore.
I produttori e Francesco Amato hanno contribuito senz’altro al risultato ottenuto, tutte le squadre sono state assolutamente all’altezza di portare avanti l’ottimo lavoro svolto nelle stagioni precedenti e a loro va il mio ringraziamento.
Kiko Rosati