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Note di regia di "Superluna"


Note di regia di
Tra le tende, dopo il terremoto (...) la vita rimbalza elastica, non vuole altro che vivere.
Gianni Rodari

Per Viola, la piccola protagonista di Superluna, il terremoto avvicina le persone.
La bambina scopre che gli uomini ritrovano nella vicinanza la possibilità di salvarsi. Nel film assistiamo a pratiche di condivisione del cibo, di spazi comuni, a dinamiche spontanee di elaborazione di una comunità, fragile e dolente ma allo stesso tempo ostinata e tenace. Viola capisce l’insopprimibilità delle relazioni – e in un secondo momento l’ambiguità, con la comparsa degli egoismi individuali – tra persone diverse ma uguali, perché tutti nella stessa condizione di vulnerabilità.
Attratta e disorientata, impara un nuovo modo di sentire, vedere, giocare...
La sua vita comincia adesso: con la meraviglia di fronte all’ignoto, si apre al pericolo ma anche allo stupore di chi guarda il mondo per la prima volta.
Nella tragedia c’è la ricchezza, la polifonia, la sacralità della vita. Dalla disumanità del terremoto affiora l’umanità degli uomini. Inseguendo l’altro, Viola cerca se stessa e scopre la gioia, il dolore, la solidarietà, la menzogna... ambivalenze e legami che racchiudono il segreto della sopravvivenza, nell’intimità forzata di un tendone, davanti ad una natura ostile e “amica”. Polverizzando ogni abitudine consolidata – come passare ore sui social – la protagonista supera la paura e cresce, come in un romanzo di formazione. Diventa puro istinto, pura vita, come del resto dovrebbe essere l’infanzia!
Tra le macerie si nasconde dunque un destino di realizzazione. Il “risveglio” arriva dalle viscere della terra: la furia geologica scoperchia le case, scuote le coscienze, porta alla luce anche il rimosso... Implica rivoluzioni, cambiamenti. Può diventare l’occasione che ci guida verso un cambio di paradigma, per “cercare” la vita e seguirla mentre ci scorre intorno, con l’intenzione di celebrarla.

Federico Bondi