Note di regia di "Per Elisa"
Per Elisa - Il caso Claps è una serie che racconta la storia di una infaticabile battaglia per la verità. Una storia durata 17 anni in cui la famiglia Claps ha dovuto subire quasi due decenni di false piste e vicoli ciechi, di richieste di riscatto e di falsi avvistamenti, di opache complicità e cospirazioni, dell’alternarsi della solidarietà della gente con tentativi di screditare e emarginare la famiglia, di depistaggi e bugie deliberate, di silenzi e di voci, di dolorosi colpi di scena e rivelazioni, prima che fosse finalmente resa giustizia ad Elisa. È la storia di Gildo Claps e della sua famiglia che hanno avuto la forza interiore di affrontare la lunga e dolorosa battaglia per la verità, entrando anche in conflitto con chi quella battaglia voleva frenarla. E’ anche la storia del confronto tra due famiglie, quella di Elisa e quella del principale indiziato, Danilo Restivo. Attraverso questi due gruppi familiari e coloro che gli sono stati intorno abbiamo voluto raccontare le contraddizioni, le complicità, la volontà di dimenticare, ma anche gli slanci, la solidarietà, la positività della comunità potentina. Abbiamo cercato di trovare un equilibrio tra l’intreccio complesso della trama “crime” e quello più profondo del dramma intimo vissuto dai personaggi. Abbiamo scandagliato nei meandri della personalità dei personaggi per raccontarli al meglio, dandogli sfumature e profondità per renderli veri e tridimensionali. Ognuno di loro, vittima o carnefice, ha reagito a quell’evento drammatico in maniera differente e con il meraviglioso cast artistico che ho avuto a disposizione abbiamo lavorato approfonditamente sull’arco dei personaggi che in questo caso si sviluppa lungo i diciassette anni della vicenda reale. Lo stile è asciutto e realistico, ma quando raccontiamo Danilo Restivo abbiamo scelto di rendere il suo modo di percepire quello che lo circonda restituendo attraverso le lenti dei suoi occhiali una realtà leggermente distorta. In alcuni casi ci è sembrato utile accompagnare a delle immagini di Restivo il sonoro di un altro personaggio che ne evidenzia le contraddizioni e le bugie. Altre volte abbiamo voluto sottolineare il desiderio di Gildo di rientrare in contatto con la sorella visualizzando la sua immaginazione. Visivamente ho cercato di fare della città di Potenza un vero e proprio personaggio: il suo sviluppo verticale sulla collina come un nodoso panno di cemento, le sue finestre, le scale infinite che la costellano e che i nostri protagonisti devono salire e scendere realisticamente ma anche metaforicamente. Voglio sottolineare il grande lavoro di tutta la troupe e la sensibilità dei miei collaboratori principali che ci hanno riportato nelle atmosfere della Potenza dal 1993 fino al 2011 e nella plumbea Inghilterra. È un grande privilegio per me aver potuto raccontare questa storia al pubblico televisivo italiano e internazionale, perché si tratta di una storia privata ma esemplare; una storia di ingiustizia, sofferenza e dolore, ma anche di forza, ribellione e riscatto. La responsabilità di portare una storia realmente accaduta sullo schermo è sempre tanta e l’aver conosciuto e instaurato un rapporto di fiducia e amicizia con i veri protagonisti della vicenda mi ha spinto ad un rigore e un rispetto, se possibile, ancor più grande nell’approccio ai contenuti, allo stile e al senso intrinseco della storia. Senza il supporto sentito e sincero di Filomena, Gildo, Irene, senza la loro vicinanza anche agli attori che li hanno interpretati, non ce l’avremmo fatta. Speriamo di aver onorato le loro battaglie e di aver trovato l’equilibrio e la maniera migliore di raccontare questa vicenda di cui, se la si definisse solo di cronaca nera, si sminuirebbe il senso e la portata, la complessità ed il valore, nonché – speriamo – la capacità di raggiungere un pubblico più ampio possibile.
Marco Pontecorvo