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Note di regia di "Banksy e la ragazza del Bataclan"


Note di regia di
Il tema della street art è un tema pieno di sfumature e contraddizioni ed è questo a renderlo incredibilmente interessante. Personalmente vivo in un quartiere a Roma Est che si sta per così dire "gentrificando" e la street Art qui come in molte città del mondo, lo sta allo stesso tempo riqualificando in termini di bellezza, ma anche trasformando in termini di abitanti e di stili di vita. L'arte, insieme alla città, sta cambiando pelle. Quando mi affaccio dalla finestra di casa, vedo due opere murali che ricoprono i palazzi che ho davanti e questo da sempre mi ha attratto molto. Mi ha fatto da sempre incuriosire su come sia complesso riuscire ad esporre la bellezza e l'arte nelle città senza, allo stesso tempo, farle perdere la spinta al cambiamento e alla protesta da cui nasce. La storia della "ragazza triste" di Banksy credo riassuma perfettamente la realtà schizoide e contraddittoria della street art: da un lato protesta contro le ingiustizie sociali, dall'altro sempre più inglobata nella sfera istituzionale. Raccontare la storia della street art, una storia situazionista di illegalità, e farlo partendo da un furto di una cosa illegale mi sembra la prospettiva migliore per parlare di questa schizofrenia, dello spazio dell'arte nel nostro vivere quotidiano, del valore sociale delle opere. Il mondo della street art vive di una doppia natura: da un lato origina dalla clandestinità, è notturno, fatto di ombre e lampioni, dall'altro vive di giorno, quando diventa visibile al pubblico dei passanti. L'approccio visuale al racconto oscillerà quindi tra questi due aspetti concomitanti: "notturno" e pop.

Edoardo Anselmi