Note di regia di "Luci dell'Avanspettacolo"
Come in una scena di un vecchio film in bianco e nero, un misterioso uomo cammina di notte per una Roma deserta di fine anni Trenta. Si infila in un portone. È un piccolo Cafè Chantant pieno zeppo di gente seduta ai tavolini. Si fuma e si beve. Sul palco, davanti al sipario chiuso, illuminato da un occhio di bue, si sta esibendo un artista. Il pubblico applaude. Si apre il sipario. Lo spettacolo ha inizio. Quell’uomo misterioso è Steve Della Casa, il nostro “Virgilio”, che ci accompagnerà, insieme ad attori, registi, autori, esperti, storici, critici, tutti spettatori di questa serata senza tempo, alla scoperta dell’Avanspettacolo, quel meraviglioso genere teatrale ormai dimenticato, che affonda le sue radici nella Commedia dell’arte e che ritroviamo ancora oggi nel Cabaret e nella Stand-up Comedy.
Un viaggio che va dalle origini alla sua morte con l’avvento della tv, attraverso la fame e povertà del dopoguerra, gli insulti e i “gatti morti” di un pubblico feroce, i viaggi della speranza e gli alberghetti di terza classe, le tournée “scavalcamontagne”, la malinconia, le ballerine, i maghi, i comici, le soubrette…
Così, come nel miglior Avanspettacolo, tra un numero e un altro, tra una bevuta e l’altra, Steve e i suoi ospiti ci faranno entrare in quel magico mondo fatto di luci e paillettes ma anche di sudore, fatica e frustrazione. Un ping pong fra presente e passato, dove giocheremo a mescolare esibizioni live di un gruppo di artisti reduci di quella tradizione, che portano avanti con coraggio ancora oggi quella straordinaria forma di intrattenimento, con materiali di repertorio Rai anni 60 che hanno riproposto il modello dell’avanspettacolo in tv, ma soprattutto col cinema dal dopoguerra fino agli anni 70, dove anche grandi firme come Fellini e Lattuada, Steno e Monicelli, Risi, Scola, Bolognini, Salce, hanno raccontato, come nessun altro, il fenomeno dell’avanspettacolo, arruolando nelle proprie fila chi quella esperienza l’ha vissuta veramente sul campo. Basti pensare a Totò, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi, Franca Valeri, Macario, Carlo Dapporto, Walter Chiari fino ad arrivare a Franco e Ciccio e Lino Banfi, tanto per citarne alcuni.
E come da tradizione, anche il documentario non poteva non concludersi con la Passerella, il mitico gran finale del Varietà in cui tutti gli artisti tornano sul palco cantando e ballando per salutare il pubblico festante. Ad applaudire gli artisti di ieri e di oggi ci saranno Steve con tutti i nostri ospiti in una sala gremita di gente di tutte le età, che nel 2023 si gode ancora questo grande spettacolo senza tempo.
Francesco Frangipane