PREMIO PROLO 2023 - Assegnato a Mamadou Kouassi
C’è una storia di riscatto alla base del film
Io capitano di Matteo Garrone, che sta ottenendo un largo successo di pubblico nelle sale, dopo aver vinto il Leone d’argento per la miglior regia all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. È la storia di
Mamadou Kouassi, mediatore culturale, attivista del Centro sociale ex Canapificio e del Movimento migranti e rifugiati di Caserta. È stato lui, infatti, a ispirare Matteo Garrone per questo film, collaborando anche alla sceneggiatura.
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema – AMNC, che nel 2023 compie 70 anni, in occasione della Giornata mondiale dei Diritti umani, conferirà a Mamadou Kouassi il 22° Premio Maria Adriana Prolo.
La consegna del riconoscimento avverrà domenica 10 dicembre alle ore 20.30 presso il Cinema Massimo del Museo Nazionale del Cinema (ingresso a 5 euro). Per l’occasione, dopo la cerimonia, sarà proiettato il film Io capitano (Italia/Belgio, 2023, 121’). Oltre a Mamadou Kouassi, ci saranno anche Silvia Luciani, direttrice di Mondo Niovo 18-24 ft/s, Valentina Noya, vice presidente di AMNC, e Davide Ferrario, regista e presidente onorario di AMNC. Interverranno poi Maria Rita Cardillo, Francesco Marcello e Martina Vozza del Centro sociale ex Canapificio e Movimento migranti e rifugiati di Caserta.
Nella mattinata di lunedì 11 dicembre, inoltre, il Cinema Ambrosio programmerà una proiezione speciale del film alla presenza di Mamadou Kouassi, rivolta alle scuole del territorio.
Il Premio Prolo è un progetto di AMNC, con il patrocinio di Amnesty International per l’edizione 2022 e 2023, ed è sostenuto da Regione Piemonte, Fondazione Crt e Nova Coop.
«Il 2023 è stato un anno nodale per l’AMNC, non solo per il 70° anniversario. Come programmato a fine 2022 con il Premio Prolo a Markus Imhoof, l’associazione ha avviato un importante processo di rinnovamento che ha coinvolto lo staff – commentano Valentina Noya e Vittorio Sclaverani, vicepresidente e presidente AMNC – e ha permesso di costruire nuove partnership e progettualità con l’obiettivo di essere più vicini, come rappresentanti del mondo culturale, alle urgenze del nostro presente. Con questo spirito, per la Giornata mondiale dei Diritti umani, abbiamo deciso di assegnare il Premio Prolo all’attivista Mamadou Kouassi Pli Adama che ha ispirato la storia principale di Io Capitano. Siamo molto contenti di questa scelta non solo per il legame con il cinema, ma per la comunità di persone che Kouassi rappresenta attraverso l’agire del Centro sociale ex Canapificio e il Movimento migranti e rifugiati di Caserta. Il numero speciale di Mondo Niovo 18-24 ft/s racconta bene il nostro modo di lavorare, in rete con le istituzioni, le organizzazioni, le autrici e gli autori che in questi anni abbiamo conosciuto e che hanno saputo raccontare da diverse angolazioni il fenomeno delle migrazioni».
«L’arte, attraverso opere di narrativa, film e spettacoli, ci aiuta a rielaborare episodi di violazione dei diritti umani – aggiunge Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia – suscitando empatia e toccandoci il cuore, come è riuscito a Matteo Garrone con la vicenda drammatica di Mamadou Kouassi. Lo scenario cupo che avvolge oggi il mondo non è certo quello immaginato da chi scrisse la Dichiarazione dei Diritti Umani settantacinque anni fa. Per avverare quel progetto di uguaglianza ci vuole ancora l’impegno di ciascuna e ciascuno. É sempre meglio accendere una candela che maledire l’oscurità».
«Sono felice che alla celebrazione della Giornata mondiale dei Diritti umani – dichiara Davide Ferrario, presidente onorario di AMNC – l’associazione abbia invitato Mamadou Kouassi. Viene da Caserta, dove è attivo nel Movimento migranti e rifugiati. Il luogo più rappresentativo del movimento è il Centro sociale ex Canapificio. Ed è proprio lì che andai, tra il 2010 e il 2011, a cercare supporto per le riprese di un pezzo di Piazza Garibaldi. Il film nasceva dall’idea di ripercorrere l’itinerario della spedizione dei Mille, da Bergamo al Volturno, mettendo in cortocircuito 150 anni di storia italiana, visto che si celebrava l’anniversario dell’Unità. Nello specifico, parlare di quelle zone oggi significa affrontare temi come i neoborbonici, la camorra e l’immigrazione. Mi ricordo bene la diffidenza con cui i ragazzi dell’ex Canapificio ci accolsero. Non eravamo i primi che arrivavano lì per fare un servizio giornalistico o un documentario di denuncia. Di solito con risultati pressoché nulli, se non di rinforzare certi luoghi comuni, di destra e di sinistra».
22/11/2023, 12:20