VIVE LE CINEMA 8 - I premi
Film che appassionato e fanno riflettere, un pubblico coinvolto e partecipativo, un ricco programma di eventi collaterali per approfondire il mondo del cinema e le sue ramificazioni: si conclude l’VIII edizione di “
Vive le cinéma - festival del cinema francese” di Lecce.
Domenica 10 dicembre la serata finale del festival al Teatro Paisiello è stata aperta dalla cerimonia di premiazione condotta dai direttori artistici Angelo Laudisa, Alessandro Valenti e Brizia Minerva.
Una delle mission fondamentali di Vive le cinéma è la formazione critica del pubblico, e in particolare dei giovani interessati ad approfondire i percorsi legati al cinema. In tale prospettiva, anche quest’anno la manifestazione ha affidato a due giurie di studenti il delicato compito di assegnare i premi alle opere filmiche in concorso.
Nello specifico, il Premio al Miglior cortometraggio è stato assegnato dagli studenti del Liceo Sicliani e del Liceo Palmieri di Lecce, mentre i Premi al Miglior lungometraggio e al Miglior documentario sono stati assegnati dagli studenti del corso di laurea in Dams dell’Università del Salento.
Inoltre, un premio speciale è quello della giuria degli spettatori della Casa della Carità di Lecce, con la quale Vive le cinéma conferma una solida collaborazione nel segno dell’inclusione e della cittadinanza attiva, che passa necessariamente anche dalla cultura.
Di seguito i film vincitori e le motivazioni delle giurie.
PREMI VIVE LE CINÉMA 2023
Miglior lungometraggio: L’Été derniere Catherine Breillat (premio assegnato dagli studenti del Dams UniSalento).
L'Été dernier (2023, Catherine Breillat) L’opera presenta una narrazione capace di mettere in scena la complessità dell’animo umano portando lo spettatore a una riflessione sulle proprie contraddizioni, sulle proprie pulsioni e sulle proprie zone d’ombra. La sapiente scrittura dei personaggi è capace di portare lo spettatore a empatizzare e confrontarsi con le conflittualità dei caratteri descritti. La messa in scena, i giochi di sguardi e i primissimi piani, costruiscono un ambiente tanto intimo quanto scomodo, dal quale lo spettatore non può sottrarsi. Il lungometraggio è uno studio sulla complessità dei rapporti umani, nel quale vengono descritte relazioni quali il rapporto edipico madre-figlio, qui diventato matrigna-figliastro, il rapporto tra sorelle, ma soprattutto il rapporto famigliare moglie-marito. La famiglia diventa, quindi, il centro della vicenda insieme ai dilemmi morali che affronta la protagonista. Sono questi i motivi che fanno de L'été dernier di Catherine Breillat il lungometraggio vincitore dell’ottava edizione ottava edizione del festival del cinema francese Vive le Cinéma.
Miglior documentario: Les Âmes perdues di Stéphane Malterre, Garance La Caisne Breillat (premio assegnato dagli studenti del Dams UniSalento).
Les Âmes perdues (2023, Stéphane Malterre, Garance Le Caisne) Il tema trattato e le modalità di narrazione del documentario fanno di “Les Âmes perdues”, di Stéphane Malterre e Garance Le Caisne, il documentario vincitore. L’eccellente scansione dei tempi della vicenda guida lo/la spettatore/trice nell’evoluzione legale ed emotiva nelle indagini delle vittime detenute e torturate all’interno dei campi siriani. Le lente procedure legali e i legami tra gli stati fanno interrogare sulla parola “giustizia”, laddove le indagini tendono a tardare fino al momento dell’uccisione dei due casi presi di riferimento. L’osservatore/trice viene guidato/a dall’inizio della vicenda, con la diserzione di César, nelle lunghe formalità legislative che sembrerebbero star censurando lo strazio delle vittime. Rendono inoltre meritevole l’opera: la fotografia, la chiarezza negli eventi narrati e l’eccellente costruzione dell’inevitabile senso d’indignazione ed impotenza in chi osserva.
Miglior cortometraggio: Maria Schneider 1983 di Elisabeth Subrin, già vincitore del César 2023 come miglior documentario(premio assegnato dalle giurie degli studenti dei licei Palmieri e Siciliani.
La giuria degli studenti del liceo “Giuseppe Palmieri” e del liceo “Pietro Siciliani” di Lecce, assegna il premio per il migliore cortometraggio a “Maria Schneider 1983” di Elisabeth Subrin, per l'attualità dei problemi trattati: la violenza sessuale e le sue conseguenze sulla psiche umana, la denuncia dell’industria cinematografica e la discriminazione etnica e di genere. Nell'opera si sottolinea in modo particolare l’originalità con cui vengono affrontate queste tematiche. La narrazione si sviluppa con un climax ascendente, attraverso una ripetizione della stessa scena a partire da un’intervista originale della Schneider. L’attenzione ai dettagli rivela gradualmente sempre più elementi linguistici per comprendere la profondità del messaggio e restituire dignità alla storia dell’attrice Maria Schneider.
Premio Fraternità: La Sirène di Sepideh Farsi (premio assegnato dagli ospiti della Casa della Carità).
Tutti sognano la fuga, ma considerano diverso fuggire, un'idea folle quella di poter fuggire da soli ascoltando il proprio io. Ma in quel momento di sconforto chi mette da parte il proprio io per confrontarsi con il noi è proprio uno che dovrebbe essere debole è un ragazzo che nonostante sappia che la gente è sempre piena di ego contro gli altri e nonostante la paura potrebbe prendere il sopravvento su tutto decide di offrire a più persone la possibilità di salvarsi con una barca tutto questo perché ha tanta fede e soprattutto dimostra amore mettendo da parte ogni risentimento. Si alla fine abbiamo visto l'amore vincere.
Menzione speciale delle giurie: L'établi di Mathias Gokalp.
12/12/2023, 08:38