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MARTINA AVOGADRI - "La mia avventura in Lift"


L'attrice è parte del cast internazionale di "Lift" diretto da F. Gary Gray dal 12 gennaio su Netflix


MARTINA AVOGADRI -
Martina Avogadri
Venerdì 12 gennaio arriverà su Netflix il film di F. Gary Gray "Lift", produzione internazionale girata anche in Italia con un cast composto da Kevin Hart, Gugu Mbatha-Raw, Jean Reno, Sam Worthington e due attori italiani, Stefano Skalkotos e Martina Avogadri.

Martina, come è arrivata a lavorare in questo progetto?

Non ho ancora visto il film e sono molto curiosa... Tutto è nato come sempre da una chiamata della mia agenzia, sono di origine italiana e d’adozione inglese per cui spesso mi capita di essere chiamata, da un lato o dall'altro, per produzioni internazionali: qui sembrava ci fosse un'opportunità per un film "molto grosso", si conosceva solo il nome del regista, molto importante e conosciuto, e dava già l'idea della grandezza del progetto, ma non si sapeva molto altro.
Quello per cui ho fatto il provino era un "personaggio di rilievo", ma dopo averlo fatto c'è stato un periodo di silenzio prolungato: dopo quasi due mesi è arrivata la chiamata, il provino era piaciuto ed erano interessati a lavorare con me. Da lì c'è stata una cascata di sorprese molto piacevoli, il mio personaggio si è anche allargato durante le riprese, sono state aggiunte scene e solo la sera prima di iniziare a girare ho scoperto che avrei lavorato con Jean Reno, non ne avevo idea prima!

Che ruolo ha nel film?

Sono Leviathan Leader, capo di un gruppo internazionale di hackers, conosciuto nel mondo criminale per le sue potenti connessioni e per la sua brutalità apparentemente senza limiti. Lei è l’aiuto indispensabile per l’antagonista assoluto del film, Jorgensen (interpretato per l'appunto da Jean Reno), per la riuscita del suo piano.
Non ha scrupoli ma non ha pazienza, non è disposta a pagare le conseguenze della cattiva organizzazione di Jorgensen e ha qualche asso nella manica per minacciarlo...

Come è stato lavorare con Jean Reno?

Lo conoscevo e stimavo da spettatrice, ovviamente, per "Leon" e tutti i film con Luc Besson, un regista che amo molto, e per tanti altri ruoli. Tra l'altro parla spesso di Besson, così come della sua esperienza teatrale, ci tiene molto.
Ho sentito in lui un amore per questo mestiere che riconosco, ha un modo di stare in scena e aiutarsi che è tipico del teatro, è stata un'esperienza di lavoro sul set incredibilmente positiva: come tutti i grandi ha molta grazia, il primo giorno è venuto lui da me a presentarsi, mi ha detto "Hi, I'm Jean Reno", io gli ho risposto che lo sapevo, non sapevo cos'altro dire!
Ha grande magnetismo e grande generosità, crea sempre lo spazio per il proprio partner di scena e lo invita a una danza a due, indipendentemente da chi sia. Poi, e non è affatto scontato, è stato sempre lui a darmi le battute anche quando la camera era su di me.
La bellezza di vederlo all'opera, ma anche possibilità di elevarmi come professionista accanto a lui, è stata preziosa. Che bello vederlo ancora così innamorato di questo gioco che è la recitazione!

Come possiamo aspettarci nel prossimo futuro?

Ho alcuni progetti in attesa di conferma, ma nell'immediato orizzonte c'è un mio lavoro, anche come produttrice, a cui tengo molto. Si intitola "Omio", è in inglese ma girato in Italia (nel bergamasco, mio luogo di origine), un film in cui nessuno si risparmia e che non risparmia nessuno, un horror psicologico che non vedo l'ora di condividere con il pubblico.

09/01/2024, 08:22

Carlo Griseri