ENEA - Una famiglia alto borghese nel Vietnam di Roma Nord
Una famiglia alto borghese nel Vietnam di Roma Nord. A quattro anni dal suo fortunato esordio dietro la macchina col pluripremiato
I Predatori,
Pietro Castellitto torna nelle sale con
Enea, storia di disperata vitalità e resistenza umana che si colloca a metà tra gangster movie (senza gangster specifica il regista) e surreale ritratto sociale di un’Italia al termine della notte.
Presentato in concorso all’ultima Mostra del cinema di Venezia, in sala dall’11 gennaio in 250 copie e interpretato da un cast in stato di grazia (oltre a Pietro Castellitto, nei panni di uno spacciatore di cocaina innamorato di una ragazza bellissima- Benedetta Porcaroli- recitano il padre Sergio, psichiatra frustrato che sfoga la sua rabbia repressa affittando stanze dove distruggere suppellettili; l’enigmatico Giorgio Quarzo Guarasco; Chiara Noschese, madre e moglie insoddisfatta che si rilassa con lo yoga fino a diventare un lenzuolo; Adamo Dionisi delinquente filosofo e Giorgio Montanini giornalista culturale), il film alza il tiro e le ambizioni rispetto al precedente tra scene sorprendenti e visivamente affascinanti e qualche buco nero di sceneggiatura.
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Il mestiere di regista s’impara sul campo e sbagliando si cresce”, dice Pietro Castellitto presentando il film alla stampa. “
Avevo il desiderio di raccontare una storia diversa rispetto a I predatori e più vicina alla temperatura della vita. La prima immagine del film che mi ha ispirato è stata quella del finale, così simbolica nei confronti della vita e antiretorica rispetto alla morte”.
Ancora un film sulla Roma bene.
“Il contesto è quello ideale per rappresentare valori come il culto della bellezza e quello del fare soldi ad ogni costo. Enea è un film romantico e feroce e a me piace criticare e smascherare, con amore e senza ideologia, l’ipocrisia dietro il perbenismo. Solo così puoi mostrare la vera faccia di un ambiente e di un’epoca che rappresenti”.
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Il mio è il ruolo di un genitore perbene che ha perso di vista il desiderio di essere felice e sono felice di aver fatto il mio centesimo film al cinema proprio con Pietro che mi ha obbligato ad accettare la parte svegliandomi di notte al telefono per propormelo”, dice Sergio Castellitto che chiude con una riflessione sulla mentalità criminale che pervade Enea. “
In fondo appartiene a tutti noi. Nei nostri silenzi e in ciò che pensiamo degli altri di nascosto coviamo risentimenti e odio inespressi che potrebbero esplodere in qualsiasi momento”.
09/01/2024, 12:24
Claudio Fontanini