MARCELLA PICCININI - "Le vittime del Covid abbandonate nelle Rsa"
Marcella Piccinini è in giro per l'Italia per accompagnare il suo ultimo documentario, "
Il canto delle cicale", il doloroso racconto degli ultimi giorni della vita di sua madre, morta durante la pandemia di coronavirus in una Rsa. Mercoledì 17 gennaio alle ore 21 lo presenterà a Torino presso il CineTeatro Baretti in una serata organizzata dall'Associazione Museo Nazionale del Cinema.
Come è nata l'idea di un lavoro così intenso e personale?
Mi sentivo molto sola e ho pensato che molte persone come me non si sentivano rappresentate. In tanti purtroppo abbiamo vissuto le stesse cose e non ne abbiamo mai sentito parlare, a un certo punto di Rsa e di Covid non si è più detto nulla.
Ma è stato gravissimo quel che è successo, questo lavoro mi è servito anche per smaltire un po' la mia rabbia, per raccontare le esigenze di altri come me e di chi è morto senza assistenza.
Il problema è che non sono state curate molte persone e sono state lasciate senza contatto con i familiari, le hanno fatte morire da sole. All'inizio si poteva capire, se ne sapeva troppo poco, ma poi con tamponi, mascherine e test le cose potevano migliorare... tutte le azioni di quel periodo, purtroppo, sono però protette dalla cosiddetta "legge Scudo", quindi è quasi impossibile che si possa ottenere giustizia.
Come è stato possibile lavorare su un tema così intimo, così doloroso?
Ho cercato di distaccarmi dal materiale girato, è stato fondamentale in questo senso l'aiuto della co-sceneggiatrice Marianna Cappi e della montatrice Aline Hervé, che mi hanno dato dei punti di vista esterni. Non ho mai voluto raccontarlo in forma di denuncia ma in forma poetica, volevo che arrivasse in maniera "dolce", credo che per far capire le cose sia un buon metodo.
Ma ci sono state altre persone importanti per lo sviluppo del film, il compositore, la casa discografica...
Che reazioni ha avuto dal pubblico fino a questo momento?
Nel pubblico spesso ci sono familiari di persone che hanno avuto un destino simile, è sempre difficile la presentazione in sala, a fine film nessuno parla, bisogna aiutare a fare uscire i pensieri, ma spesso molte persone il giorno dopo mi scrivono e ringraziano. Ci sono però anche tante persone che non sanno quel che è succeso nelle Rsa, o lo sanno solo in maniera emotiva.
Per me come autrice è stato un dovere fare questo lavoro, anche a livello politico, volevo farlo sapere. Tutte le denunce fatte sono state respinte, è come se si volesse rimuovere, ma come si fa? Troppe persone sono state abbandonate. Quello che si vede oggi a livello di decisioni governative sulla sanità va inoltre nella direzione sbagliata, si riduce il diritto alla sanità pubblica e si aiuta quella privata... cosa succederà in futuro?
12/01/2024, 12:30
Carlo Griseri