IL CINEMA VOLTA - Quando James Joyce ci provò nel cinema
Nel 1909, quattro imprenditori triestini ed un allora sconosciuto scrittore irlandese,
James Joyce, si incontrarono a Trieste, il principale porto dell'impero austro-ungarico. Provarono a lanciare il sogno del cinema tra Trieste e Dublino. L'impresa risultò fallimentare, come quella di molti personaggi dei racconti dei "
Dubliners" e del romanzo "
Ulisse" dello stesso Joyce. Questo progetto folle viene documentato nel frizzante e vivace docu film "
Il Cinema Volta" di
Martin Turk, regista triestino, impegnato questa volta in un'opera di meta documentario letterario, con molti spunti degni di nota.
Lo scenario è già di per sè inedito. Abbiamo a che fare con la comunità di attori e teatranti sloveni della città di Trieste. Domina su tutti il regista, ideatore dell'operazione,
Danijel Malalan, nelle vesti di
Antonio Machnich, impresario ed imprenditore teatrale, che convince una compagnia di apolidi, internazionali artisti del cinema nell' idea avanguardistica di aprire un cinema a Dublino.
Il documentario ci apre le porte sul puro e nostalgico meta teatro. I personaggi sono tutti attori teatrali, in parte sloveni, alcuni irlandesi, pochissimi italiani. Gli attori vengono chiamati ad interpretare i personaggi dell'epoca, tutto per ripercorrere le gesta del famoso
Cinema Volta di Dublino. Ne esce un ritratto multietnico di Trieste, con molti rimandi alla letteratura mitteleuropea e alla cultura inclusiva che attraversò la città friulana agli inizi del '900.
"
Il Cinema Volta" è un film che sa di teatro, di provini. Si sente benissimo l'odore dei palchi off di una provincia un tempo splendente. Coraggiosa e ottima la scelta di girare le ricostruzioni in pellicola per le strade di una moderna Trieste, scene che rievocano immagini di avanguardie futuriste e di cinema spontaneo delle origini.
25/01/2024, 08:12
Duccio Ricciardelli