ROMEO E' GIULIETTA - E se fosse una donna?
Un’attrice (
Pilar Fogliati) accusata di plagio per un precedente spettacolo e disposta a tutto pur di trovare una nuova parte, un regista eccentrico e dispotico (
Sergio Castellitto) che odia le donne ed è in cerca dei nuovi protagonisti per il suo ultimo dramma shakespeariano. E se fosse proprio una donna a spacciarsi per Romeo e a farsi scritturare?
La ricerca dell’identità e le maschere che indossiamo, in scena e nella vita, sono al centro di
Romeo è Giulietta, la nuova commedia romantica di
Giovanni Veronesi in sala dal giorno di San Valentino in 460 copie distribuite da Vision.
Soggetto di Veronesi con Pietro Valsecchi e scritto dal regista toscano con Pilar Fogliati (la protagonista en travesti) e Nicola Baldoni, il film si muove sulla scia di classici come
Tootsie e Shakespeare in love, con la più grande storia d’amore mai scritta che diventa il pretesto per un gioco di ruoli che non sempre centra il bersaglio sul doppio versante comico-esistenziale.
Non basta la bravura di Pilar in versione maschile (l’attrice è alla sua seconda collaborazione con Veronesi dopo
Romantiche, il suo debutto alla regia con una bella prova di fregolismo artistico) a dare spessore e anima ad un film che non riesce nell’intento di nobilitare l’arte teatrale innervandola alla vita come è successo al
Grazie ragazzi di Riccardo Milani.
Si ride poco e ci si accontenta di qualche situazione comica (divertenti i provini con Castellitto furente di fronte all’aspirante attricetta arrivata sesta a Miss Italia o a chi ha fatto un seminario con Sergio Rubini…) ma nel complesso le battute ad effetto abbondano (
Giulietta? Una che non ha mai visto il c…o ma desidera la morte dice Margherita Buy in versione nonna attrice alla nipote che si spaccia per Otto Novembre) e la misura non sempre si trova.
“Con Pilar ho iniziato un bel percorso artistico che mi obbliga a calarmi e confrontarmi con la sua generazione” ha detto Veronesi in conferenza stampa presentando il film. “Tra i giovani i problemi d’identità e la paura del fallimento sono dietro l’angolo. E’ difficile oggi per loro trovare un posto nel mondo e nascondersi dietro un’altra facciata, come fa la protagonista del mio film, può essere più facile”.
Sergio Castellitto, nei panni di Federico Landi Porrini dice invece di essersi ispirato “a registi del passato più o meno dotati di sciarpe…ma i nomi non li faccio”. “Mi sono divertito a togliermi qualche sassolino dalle scarpe” continua “perché sul set il vero mitomane non è l’attore ma il regista”. A chi gli dice di essere diventato romantico, Veronesi risponde di essere “un burbero dolce, uno che non aveva mai pensato di uscire con un film il 14 febbraio tanto che il prossimo lo programmo per il 2 novembre…E poi a me piacciono i bugiardi e quelli che stanno dalla parte del torto. Gli altri mi annoiano”.
Sulle difficoltà del suo ruolo Pilar afferma che “la sfida più grande è stata quella di trovare la voce e il movimento. E’ stata un’occasione bellissima, interpretare un personaggio dell’altro sesso è il sogno di ogni attore”. Infine un ricordo di Veronesi per l’amico di una vita Francesco Nuti. “E’ stato il mio primo film che non gli ho potuto raccontare prima. Mi sento un orfano. Lui e poi Pieraccioni sono stati i miei alter ego scenici e ora con Pilar ho trovato il terzo. Con una donna devo studiare un mondo diverso dal mio e parlare e scrivere con lei è molto costruttivo”.
16/02/2024, 08:17
Claudio Fontanini