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Pasqua Pomeriggio", così s’intitola il nuovo brevissimo film di
Stefano Cau in concorso nella sezione
Tema Fisso al
Bellaria Film Festival.
Il film esplora, nella sua breve durata, il sottile rapporto tra la necessità di investire nelle energie rinnovabili e l’impatto ambientale generato dai grandi impianti. Rapporto che nella nostra isola e nel nostro presente diventa il rischio concreto della speculazione energetica a cui mirano i grandi gruppi, in contrapposizione con le comunità energetiche, il cui scopo è invece costruire impianti per le necessità reali dei territori.
Ambientato nelle campagne di Siddi, Villanovaforru e Sanluri, alcune scene sono girate nel territorio di Gonnosfanadiga, il film vuole accendere un’ulteriore luce sulla questione, porre un punto di vista nuovo, vicino alle nuove generazioni che abitano i territori coinvolti da questi progetti di grandi campi eolici e solari. Senza arrogarsi la presunzione di porre soluzioni alla questione: quelle spettano ai cittadini, ai comitati, alla politica — se questa rimarrà in ascolto come sembra —.
È di pochi giorni fa la notizia che la Regione Sardegna abbia imposto uno stop a tutti i progetti, anche quelli approvati, per almeno 18 mesi. In questo tempo dovrà aggiornare il piano paesaggistico regionale, e questo dovrà essere recepito dai singoli comuni che dovranno poi adeguare i PUC (piano urbanistico comunale).
L’autore siddese, che da anni lavora nel suo territorio d’origine, la Marmilla, dichiara che continuerà la ricerca sul tema della speculazione energetica, in un prossimo film più lungo, per il quale sta cercando il supporto degli enti e dei comitati che già si stanno occupando della questione.
Nel film è Pasqua: i fedeli santificano la festa mentre le turbine volteggiano in terra. Giacomo è un giovane che dopo l’abbondante pranzo della festa, riposa sul divano. Sul suo ginocchio garze sterili e un ingombrante tutore testimoniano un’importante e recente intervento.
Si sveglia solo a casa, vorrebbe raggiungere i terreni di famiglia dove ha impiantato un frutteto, ma sembra smarrito. A forza di stampelle, si inoltra nei campi di grano acerbo. C’è qualcosa di strano, è stato in ospedale solo pochi giorni, eppure non si ricordava tante torri sopra di lui.
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I posti incontaminati sono sempre più in difficoltà, e sempre più il confine tra civiltà e natura è un confine di scontro.” Recita il bando della selezione, poi continua: “
Il tema proposto si ispira allo slogan “No Planet B” legato ai vari movimenti ambientalisti e di sensibilizzazione ecologica. Tutti noi stiamo assistendo al cambiamento climatico e alle sue ripercussioni sulla natura della vita dell’uomo. Al centro di questo cambiamento, c’è una profonda riflessione sul futuro, ma anche il presente del nostro pianeta: la convinzione che non esiste né un piano B, né un pianeta B.”