IL RE FANCIULLO - Una "docu fiaba"
Il Re Fanciullo si può considerare una "docu fiaba".
Si racconta l'origine del Castello di Rivara, svelando le vicende umane dei suoi abitanti. Il film è diviso in tre segmenti narrativi diversi. Una parte è dedicata al Cenacolo di pittura di fine Ottocento, che aveva inventato un colore specifico per quei paesaggi subalpini.
Secondo tema è il lavoro di Franz, cento anni dopo, che salva il castello da un progetto di speculazione edilizia e riporta l'arte ai vecchi fasti, sulla terza parte chi scrive non può rivelare di più.
Il Re Fanciullo è un’"opera-testamento", un film d’archivio, in cui si sente il trascorrere del tempo e la mutevolezza dell'invecchiamento.
Il film di
Alessandra Lancellotti diventa dunque un'operazione sulla memoria, tra necessità documentaria e indagine introspettiva.
Il film è infatti girato in 16mm con tecniche "vintage", proprio per dare a quell'aspetto un'atmosfera sognante e fiabesca. Interessante nel film è l’eclettico
Alfredo D’Andrade, restauratore del prezioso castello. Franz confesserà, perchè un’artista giunta lì compie uno scavo nella memoria del luogo.
Il racconto dura il tempo di un decennio, mentre i personaggi crescono e sale il senso oppressivo e fiabesco di una morte imminente.
14/05/2024, 08:23
Duccio Ricciardelli