banner430X45

ARMANDOCESTE2024 - Anteprima a Cinemambiente 27


ARMANDOCESTE2024 - Anteprima a Cinemambiente 27
L’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC), l’Archivio Armando Ceste e Rewind Digital presentano, nell’ambito di CinemAmbiente Torino e Archivissima, l’anteprima assoluta di ArmandoCeste2024 con la regia al montaggio di Alberto Ruffino che si è formato presso la scuola di Daniele Segre. L’appuntamento è in programma venerdì 7 giugno alle 19,30 al Cinema Massimo; i biglietti d’ingresso gratuiti (massimo 2 posti a spettatore) saranno messi in distribuzione il giorno stesso della proiezione, venerdì 7 giugno, al Cinema Massimo.

Concepito come un trittico in split screen, il documentario ripropone i materiali girati e montati tra il 1996 e il 2008 dal regista Armando Ceste. Un omaggio, a quindici anni dalla sua scomparsa, al suo sguardo di cineasta critico e attento e, al contempo, un’occasione per riflettere sulle trasformazioni che i territori e l'ambiente hanno subito in base alle diverse scelte politiche e ai cambiamenti socio-culturali del Paese. La confisca dei beni e dei terreni alla mafia (Liberaterra), la crisi della FIAT (Fiatamlet e Variazioni), le lotte e le proteste dal basso (Rosso/Askatasuna, Abdellah e i suoi fratelli, Erri De Luca dopo Genova) hanno lasciato una traccia indelebile sulle città e le loro periferie, mutandone per sempre la fisionomia, la storia e la memoria.

#Passioni, il tema cardine di Archivissima 24, si addice perfettamente all'opera e alla vita di Ceste che ha sempre portato avanti in maniera libera e indipendente le sue idee i suoi progetti, creando spesso situazioni condivise a partire dal CCM di Torino fino a Walls and Borders (2009) passando per l'esperienza più che mai attuale di Senza FIATo? (2003). Per raccontare la sua figura ci affidiamo alle parole di Gaetano Capizzi: "Tra Ceste, Signetto e Tannoia, Armando era quello ad avere l’approccio più militante alla macchina da presa. L’esperienza degli anni della contestazione e del Collettivo Cinema Militante avevano segnato la sua estetica in modo profondo. In lui azione politica e cinema erano sinonimi. Amava Godard e condivideva la distinzione tra cinema politico e fare cinema in modo politico, teorizzata nel manifesto del 1970 dal Gruppo Dziga Vertov di cui Godard faceva parte. I suoi film non erano film di denuncia diretta, ma volevano essere azioni politiche, il suo modo di fare politica". Dichiarazione tratta dal catalogo Bisognava Muoversi, immagine altre dalla Torino di fine millennio.

“Lavorando sui film di Armando Ceste – dichiara il regista e montatore Alberto Ruffino – ho potuto notare come il suo cinema negli ultimi anni fosse mosso principalmente da una dimensione di urgenza. Il linguaggio e i contenuti sono diretti e precisi, senza fronzoli. Tutte le persone che compaiono nei film dimostrano totale condivisione sui temi trattati, particolare impegno e affetto per il regista che forse proprio per quel senso di urgenza, fa la scelta non distaccata di occuparsi direttamente di riprese e montaggio. Per restituire lo spirito dell'autore, nel lavorare il tributo a tre schermi, ho deciso di rispettare il più possibile la tecnica originaria usata al montaggio, cercando di farla mia, lasciando ampie sequenze come le aveva pensate, girate e montate il regista. Il mio intervento è stato quindi quello di cercare di far dialogare, nella nuova forma tre-schermi- dimensionale, i suoi protagonisti, per creare nuovi rimandi e dialoghi trasversali, impensabili nel momento in cui questi film sono stati realizzati. Mi piace credere che Armando oggi avrebbe approvato le mie scelte, fatte per dare ancora più forza al suo cinema, oggi ancora estremamente attuale”.

03/06/2024, 16:27