I miei film nascono senza un vero metodo. Di solito succede quando c’è qualcosa che mi disturba e in men che non si dica iniziamo a girarci sopra un film. L'idea di La morte è un problema dei vivi è nata dopo aver letto tre articoli interessanti. Uno parlava di un giocatore d'azzardo, uno di un uomo senza cervello e l’altro di un autista di carri funebri. Ho mescolato le cose nella mia mente e ho notato che lentamente si creava una storia di amicizia tra un uomo senza cuore e uno senza cervello.
Ritrovo entrambi i personaggi in me. Nel bene e nel male. Ho capito che la risata è il mio scudo contro ogni male. Rido in situazioni e momenti tutt'altro che divertenti. Forse per questo penso che l'approccio migliore ai temi oscuri nei film sia il tono da commedia. Finché si ride, si è vivi. Questo film è significativo anche perché è stata l'ultima collaborazione tra me e il direttore della fotografia Jyrki Arnikari. Jyrki ha girato i miei primi film e mi ha sostenuto fino alla fine. È morto pochi mesi dopo la fine delle riprese. Spero che La morte è un problema dei vivi offra agli spettatori un'esperienza che li faccia ridere, magari anche piangere, e che possa ricordargli di amare la vita.
Teemu Nikki