Note di regia di "Charlotte, una di noi"
Nel viaggio di Charlotte si mostrano le sensazioni che la protagonista prova e le sue esperienze, spesso devastanti, ma fondamentali per la sua liberazione. Momenti luminosi e di profonda oscurità attraversano la storia e la sua protagonista. Anche se vediamo Charlotte ridere nell’ultima inquadratura, il suo percorso verso la salvezza non è lineare e privo di crisi: anzi, il suo viaggio ci conduce attraverso il continuo e altalenante passaggio tra dolore profondo e gioia incontrollabile. La ricorrenza dei momenti di oscurità, è caratterizzata dalla paura e dalla paralisi che la nostra protagonista prova verso situazioni ignote, nuove: nella foresta, in riva al lago, in lavanderia, ad esempio. A questi, si contrappongono momenti di felicità in cui vediamo Charlotte conversare con le galline, dipingere sulle pareti, o rotolare giù dalle colline di ghiaia.Il potere emotivo dell'immaginario del film, va oltre la figura di Charlotte, raggiungendo un livello esistenziale universale: ne è un esempio l'immagine di profonda solitudine che rappresenta Charlotte addormentata sul pavimento, dopo essere crollata per la stanchezza, a seguito di un litigio con suo fratello. Oppure un altro momento, consonante questo appena descritto, in cui Charlotte si addormenta nell'orto di notte, circondata da un semicerchio di patate. Ci sembra di percepire, in queste immagini, un grande potenziale affinché il pubblico sviluppi una profonda empatia con Charlotte. La schizofrenia è ancora oggi un tabù, sul piano sociale: questo perché il tratto comportamentale di uno schizofrenico è spesso imprevedibile e travolgente, il che rende impossibile per noi etichettarlo o comprenderlo. Attraverso la storia di Charlotte, tentiamo di contrastare questo tabù sociale e la generale mancanza di comprensione con i mezzi del cinema: uno strumento che offre immagini tangibili, capaci di rendere evidenti anche le situazioni più complesse.
Rolando Colla