Note di produzione di "Labirinti"
Scrivere qualche riga sulla produzione di questo film è veramente un’impresa complicata, perché si tratta di un caso cinematografico più unico che raro. Significa addentrarsi davvero in un LABIRINTO.
Quando in Italia si parla di produzione indipendente, spesso lo si fa a sproposito. C’è praticamente sempre, dietro al produttore di turno che tiene le redini e fa da collante all’operazione, un broadcast che interviene in maniera determinante sul budget, e di fatto dà il la alla vita dell’opera. Questo film invece è nato e cresciuto da solo, senza niente e nessuno dietro. Anzi, con alle spalle solo la tenacia e il carattere del suo autore Giulio Donato, un ragazzo di nemmeno trent’anni che ha deciso di investire tutta la sua energia e parte dei suoi guadagni da aiuto-regista in un’impresa tanto spericolata quanto avvincente: realizzare la sua opera prima senza compromessi, senza sottostare a logiche di mercato, e soprattutto senza paracadute. Radunando quindi un gruppo di coetanei, e grazie al prezioso e amichevole supporto del casting director Massimo Appolloni, ha girato come film-maker dei materiali a cavallo tra il mondo del documentario e quello della finzione. Ad un certo punto, scontrandosi con le tante difficoltà che questo mestiere comporta, soprattutto per gli esordienti, ha dovuto interrompere il lavoro e cercare un supporto esterno, anche perché il progetto richiedeva un complesso iter di post produzione, con molti VFX. Se è vero il proverbio che ‘la fortuna aiuta gli audaci’, questo giovane regista incontra un giovane produttore, Francesco Cimpanelli, altrettanto appassionato e profondamente colpito dall’energia e dalla dolcezza di questi materiali, che per puro caso gli erano stati mostrati. Inizia qui la seconda vita del film, quando Life Cinema prende in carico il progetto, acquistando dal regista i materiali girati fino a quel momento, con l’obiettivo di organizzarli in montaggio, completare l’opera con le riprese mancanti e sostenere un lavoro di post-produzione che la maggior parte degli addetti ai lavori avrebbe ritenuto impensabile.
Il film di lì a poco ottiene un piccolo contributo selettivo come opera di ricerca e formazione da parte del MIC, e grazie anche alla preziosa collaborazione di uno storico laboratorio come Margutta Studios, nella persona di Maurizia Graziosi, inizia finalmente a prendere vita come tale. Riprese, montaggio, post-produzione. Ne viene fuori un prodotto innovativo e sperimentale, con attori in larga parte non professionisti, eccezion fatta per Antonio Gerardi. Ma soprattutto viene fuori come sia possibile fare un cinema differente, come si possa fronteggiare la chiusura di un mercato sempre più indirizzato verso prodotti mainstream attraverso la creatività ed il carattere. Grazie anche al supporto del bravissimo Cosimo Santoro di The Open Reel, distribuzione festivaliera e sales agent, siamo orgogliosi di presentare LABIRINTI nello spazio “Confronti” delle Giornate degli Autori di Venezia 2024. E speriamo che la fortuna aiuti davvero gli audaci.
Francesco Cimpanelli