RAI - A Ferragosto punta sul film italiano
È il cinema italiano ad accendere il Ferragosto della Rai: la Direzione Cinema e Serie Tv, per la prima serata di giovedì 15 agosto 2024, ha scelto tre film di casa nostra: “
Nuovo cinema Paradiso” per Rai 1, “
Addio al nubilato” per Rai 2, “
Il Pap’occhio” per Rai 3. Tre generi e tre epoche diverse, in armonia con le preferenze del pubblico di ciascuna delle tre reti generaliste.
Il capolavoro di Giuseppe Tornatore “
Nuovo cinema Paradiso” (1989) andrà in onda quindi su Rai 1 alle 21.25, un film premiato con l’Oscar, che ha consacrato il suo autore, negli anni successivi, come uno dei protagonisti del cinema italiano e internazionale. Una sala cinematografica, in un piccolo paese siciliano è il punto di riferimento per una vicenda personale e collettiva che attraversa trent’anni di storia. Trasferitosi a Roma, dov’è diventato un regista di successo, Salvatore Di Vita decide di tornare a Giancaldo, la sua cittadina d’origine, in occasione della morte di Alfredo, il vecchio proiezionista del Cinema Paradiso. La visita è l’occasione per ricordare la sua infanzia e la sua giovinezza, e gli anni in cui frequentando assiduamente la sala, prima come spettatore e poi come proiezionista, si era appassionato a quello che poi sarebbe stato il suo mestiere. Potente e commovente, il film di Tornatore è un vero e proprio romanzo per immagini, ricco e profondo. Fra gli assi nella manica del regista c’è un bambino, il piccolo Salvatore Cascio, che sarebbe entrato con prepotenza negli occhi e nel cuore del pubblico, mentre nell’orecchio resta scolpita ancora oggi la colonna sonora di Ennio Morricone. Non solo Oscar, “
Nuovo cinema Paradiso” ottenne anche il Golden Globe e il Grand Prix speciale della giuria al Festival di Cannes.
Cinema di epoca più recente e d’inclinazione brillante per Rai 2, che alle 21.00 trasmette “
Addio al Nubilato”, lavoro del 2021 di Francesco Apolloni che porta sul grande schermo un suo testo teatrale, comico e romantico. Quattro amiche, molto unite ma anche molto diverse fra loro, si incontrano per l’addio al nubilato di Chiara, che però non si presenta all’appuntamento: al suo posto una serie di indizi che daranno il via a una caccia al tesoro. Comincia allora un’allegra peripezia che porterà le quattro ragazze in giro per la città, giorno e notte: fra contrasti e riconciliazioni, il mistero s’infittisce e le risate non mancano. Regista e autore specializzato nella commedia romantica, fra i meriti di Apolloni c’è uno script di qualità, acceso e movimentato, che s’ispira lontanamente a “
Una notte da leoni” virando al femminile la vicenda e trasponendo il tutto, con intelligenza a casa nostra. Il risultato è stato un successo, grazie anche a un bel cast, con Chiara Francini in gran forma (ma le altre ragazze non sono da meno): successo di pubblico e un seguito prontamente realizzato.
Renzo Arbore e Roberto Benigni sono i protagonisti della prima serata di Rai 3, alle 21.20, con uno dei film più discussi e irriverenti della storia del nostro cinema: “
Il Pap’occhio”, che nel 1980 diede abbondante filo da torcere agli uffici della censura, creando un vero e proprio caso, cinematografico e non solo. Il film è provocatorio fin dalla sua premessa: il Vaticano, nell’intenzione di guadagnare fedeli, decide di dar vita a una televisione di Stato. Papa Wojtyla in persona convoca nientemeno che Renzo Arbore per dirigere il progetto, e il suo allegro clan per dar vita al canale: da Benigni a Marenco, da Andy Luotto a De Crescenzo. Il risultato sarà del tutto soddisfacente per Arbore e i suoi, molto più discutibile per i vertici della Chiesa. Per rimettere a posto le cose servirà un intervento divino. Con “L’altra domenica”, popolare trasmissione di Rai 2 (che allora chiamavamo “il secondo”), Arbore era riuscito a portare in tv l’energia dirompente e irriverente che negli anni precedenti aveva imposto alla radio. Il passo successivo: un film. “Il pap’occhio”, esordio di Arbore come regista cinematografico, è dissacrante in senso letterale cioè punta, letteralmente, al sacro: il film divenne subito un caso politico, sociale ma anche un clamoroso successo al botteghino.
A seguire un documento raro: “
Il resto del pap’occhio” (1980) in cui lo stesso Arbore commenta con ironia e intelligenza molti materiali - battute, monologhi e gag - esclusi dal montaggio del film per ragioni di durata.
10/08/2024, 12:49