La tematica centrale del cortometraggio "
Nero Argento" di
Francesco Manzato, puo' essere considerata l'aggregazione giovanile e le sue difficoltà. Siamo nel mondo dei writers, anarchici, giovani e creativi, sempre in fuga dopo aver lasciato il loro segno, nella giungla urbana di asfalto e ferrovie. Ci sono molte soggettive, atmosfere misteriose, il regista ci riporta in qualche modo alle atmosfere dark e inquietanti di "
Blair Witch Project", all'horror degli anni Ottanta come quelli di King e dei serial killer dello Zio Tibia. Un cortometraggio ibrido tra il documentario, la finzione e la video arte, sicuramente originale e mai noioso, anzi forse una delle uscite più interessanti della produzione breve di quest'anno.
Usando una parola che va di moda oggi, possiamo forse mettere questo corto nel novero dei coming of age? Si perche' in Nero Argento, ci sono un gruppo di ragazzi adolescenti, che vivono insieme e che vedono la loro arte come un modo per cercare la propria indipendenza da un mondo che per loro inizia ad essere stretto. L'illegalita' diventa la loro sfida alle vecchie generazioni.
Il regista ci parla del suo concetto di tempo all'interno del suo short: “
Non c’è un giorno o una notte. Rappresento una fase della vita. I protagonisti sono veri writer e sono stati loro a portarmi le riprese sulla base delle quali io ho poi ricostruito le mie. Io stesso ero un writer, parlo di un mondo che conosco bene. E’ un modo di cercare un’identità societaria che supera il tuo nome sulla carta di identità. Un tag cos’è, se non un nome alternativo?".
A chi scrive poi è piaciuta particolarmente la fotografia scelta da Manzato, sgranata, violenta, sporca, adattissima ad accompagnare la corsa dei ragazzi nelle loro scorribande urbane.
05/09/2024, 14:10
Duccio Ricciardelli