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VENEZIA 81 - "Sempre", Luciana Fina e la Rivoluzione dei
Garofani, tra cinema d'archivio e memoria collettiva


VENEZIA 81 -
Luciana Fina
Luciana Fina, cineasta italiana residente in Portogallo, ha presentato il suo nuovo film Sempre alle Giornate degli Autori nella sezione "Notti Veneziane". Il film utilizza immagini d'archivio della Rivoluzione dei Garofani per riflettere sul passaggio dal fascismo alla democrazia in Portogallo. L'opera combina cinema d'archivio, televisione e filmati amatoriali, cercando di creare un dialogo tra passato e presente.

Fina racconta che l'idea per il suo film è nata grazie a un invito della Cineteca Portoghese, che le ha dato accesso a un vasto archivio di filmati restaurati legati alla Rivoluzione dei Garofani. “Questi materiali, ben conservati e restaurati con cura, rappresentavano una vera e propria miniera d’oro. Ho volute creare una narrazione che offrisse un punto di vista sulla storia della rivoluzione e il suo impatto non solo sul Portogallo, ma anche a livello globale”.

Sebbene fosse profondamente grata per l'accesso agli archivi cinematografici, la regista ha scelto di ampliare il suo orizzonte includendo anche archivi televisivi. “I registi dell’epoca”, spiega, “capivano bene l'importanza della televisione come mezzo per raggiungere un pubblico più vasto, senza compromettere la qualità cinematografica. Questo mi ha permesso di includere le prospettive di persone comuni che avevano vissuto in prima persona la rivoluzione e l'avevano filmata”.

Il film di Fina è anche un omaggio agli artisti dell'epoca. Tuttavia, riflettendo sul panorama contemporaneo, esprime una certa nostalgia per l'autenticità e la partecipazione attiva che caratterizzavano il cinema di allora. Mentre molti film attuali trattano temi importanti come le migrazioni, spesso mancano quella profondità e quella vicinanza che rendevano il cinema di un tempo uno strumento potente di cambiamento sociale. La regista fa notare che, in passato, il cinema era più empatico e coinvolto, non limitandosi a una mera osservazione passiva della realtà.

Il film tratta anche delle occupazioni studentesche del 1969 e del PREC (Processo Revolucionário em Curso). “Se prima i giovani reagivano contro l’oppressione fascista con una visione complessiva e sistemica dei problemi, i movimenti giovanili attuali, pur pieni di energia, tendono ad affrontare questioni specifiche senza collegarle a un quadro più ampio”.

Tuttavia, nonostante le differenze con il passato, Fina crede che il cinema rimanga uno strumento di resistenza. Mentre una volta il nemico era chiaro e tangibile, con una dittatura, la censura e la repressione evidenti, oggi le forme di controllo sono più sottili e meno visibili. Meccanismi economici, sociali e politici continuano a limitare la libertà di espressione e influenzano anche il modo in cui l'informazione viene trasmessa, compreso nel cinema.

05/09/2024, 00:12

Monica Straniero